Genova

Pd, Cecilia Strada in campo: “Porterò in Europa i mondi da cui provengo”

Pd, Cecilia Strada in campo: “Porterò in Europa i mondi da cui provengo”
(bussalino)

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Sceglie la formula del periodo ipotetico e la terza persona, Cecilia Strada, per lanciare la sua candidatura alle europee con il Pd: “Cecilia dovrebbe portare in Europa i mondi da cui proviene: aprire lo zaino con quelle istanze e mettersi a disposizione. Perché spesso mi chiedo: sto facendo tutto quello che posso fare?”, sottolinea l’attivista, volto noto della società civile milanese, figlia del fondatore di Emergency, al momento ufficialmente ancora in attesa di un via libera definitivo alla sua corsa, tra gli applausi della Sala Chiamata del Porto di Genova, per la due giorni di Genova Futura, conferenza programmatica del Pd. “Ho uno zaino grosso e resistente - prosegue la metafora Strada - e voglia di unire le lotte. Perché per toglierci i diritti sono bravissimi a unirsi. E allora, dove può avere più impatto? Per esempio, con il Partito democratico”. Partito che - rimarca Strada, ha eletto Elly Schlein come segretaria, “dunque tante cose belle possono succedere”. Ma l’attivista non risparmia le stoccate e l’analisi critica, quando si parla di politiche europee. Sul palco in dialogo con Brando Benifei, capo delegazione Pd al parlamento europeo, Strada non usa mezzi termini: nel mirino, il nuovo patto europeo su Migrazione e asilo: “Una Europa che fa spavento - graffia Strada - e che ha messo su un gommone alla deriva anche i suoi valori fondanti. Forse chi è a Strasburgo dovrebbe andare a farsi giro nel Mediterraneo centrale. In mezzo al mare tocchi con il tuo corpo l’effetto delle politiche europee”.

C’è una stoccata anche per Marco Minniti, autore del controverso Memorandum Italia - Libia: “Non sarei qui se non ci fosse stato un cambio di rotta cruciale. Accordi con la Libia visti dalla realtà sono quella roba lì: tiri su da un gommone una donna stuprata mille volte e finalmente potrà dormire senza che nessuno la svegli per aggredirla ancora”. Il nuovo patto del compromesso, sintetizza l’attivista, “restringe il diritto di asilo. E prevede una procedura semplificata per le richieste di asilo: ma quale paese africano è sicuro per una donna lesbica, o che vuole salvare figlia dall’infibulazione? Eppure si può ancora cambiare: creare una lobby del bene”.Altro tema caldo, la pace - che non c’è. “Sogno una politica estera e una diplomazia comune - spiega Cecilia Strada - l’esercito europeo? È l’ultimo dei punti. Certo, meglio quello che una corsa al riarmo e all’aumento delle spese militari: è pericoloso ed è uno schema culturale vecchio. Per promuovere la pace bisogna praticare i diritti: perché la pace non è quando le bombe hanno smesso di cadere: questa è una pace perdente. Serve uno sforzo diplomatico comune. Ma finché restiamo la stessa Europa che tira su i muri e paga la Libia per riportare le donne indietro, saremo poco credibili”.

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