Helictotrichon

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Helictotrichon
Helictotrichon desertorum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidi
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Aveneae
Sottotribù Aveninae
Genere 'Helictotrichon'
Besser, 1827
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Aveneae
Sottotribù Aveninae
Genere 'Helictotrichon'
Specie

Helictotrichon Besser, 1827 è un genere di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia Poaceae (ex. Graminacee).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva da due parole greche "helictos" (= contorto) e "thrix" (= capelli) e fa riferimento alla parte terminale del lemma formata da reste attorcigliate.[2]

Il nome scientifico di questo genere è stato proposto dal botanico austriaco Wilibald Swibert Joseph Gottlieb von Besser (Innsbruck, 7 luglio 1784 – Kremenec', 11 ottobre 1842) nella pubblicazione "Mantissa in Volumen Tertium. Systematis Vegetabilium Caroli a Linne ex Editione Joan. Jac. Roemer" (Mant. 3 526 [326] - 1827) del 1827.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Helictotrichon parlatorei
Le foglie
Helictotrichon sempervirens
Infiorescenza
Helictotrichon desertorum
I fiori
Helictotrichon sempervirens
Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza massima di 15 dm. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.[3][4][5][6][7][8][9]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono fascicolate. Sono presenti dei brevi rizomi.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è composta da culmi formanti densi cespugli. I culmi sono robusti, ascendenti, incurvati nella parte apicale e ruvidi (i peli sono orientati verso l'alto). La base dei culmi è ricoperta dalle guaine morte compattate.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie.

  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole.
  • Ligula: la ligula, acuta o tronca, è membranosa (a volte lacerata) e cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme conduplicate o convolute e consistenza rigida. Raramente sono piane. La superficie della lamina è rigata.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze hanno la forma di una pannocchia aperta, ampia a disegno piramidale e sono formate da diverse spighette (da 15 a 45). La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[10]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale.

Spighetta[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, dalle forme oblunghe e compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 2 - 8 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La rachilla è pubescente. La rachilla è pelosa e in genere si disarticola sotto ogni fiore. Le spighette sono screziate di violaceo con riflessi ferruginei.

  • Glume: le glume, con forme lanceolate e apici acuti (o mucronati), avvolgono completamente i fiori (a volte sono più lunghe dei fiori). Possono essere ialine. Le venature sono da una a 5.
  • Palea: la palea è un profillo lanceolato con alcune venature e margini cigliati.
  • Lemma: il lemma, con forme lanceolate, all'apice è bi-dentato e termina con una lunga resta. La resta è scura ed è inserita dorsalmente oltre la metà verso l'apice; è inoltre cilindrica, ritorta e ginocchiata. Le venature sono da 5 a 7.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[4]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono delle cariossidi, ossia piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. A volte l'endosperma è liquido.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[11]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere sono distribuite nelle regioni temperate/calde del Mediterraneo, Europa, Africa e Asia.

Specie della zona alpina[modifica | modifica wikitesto]

Delle 5 specie spontanee della flora italiana 4 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine.[12]

Specie Comunità
vegetali
Piani
vegetazionali
Substrato pH Livello trofico H2O Ambiente Zona alpina
Helictotrichon parlatorei 10 alpino
subalpino
Ca basico basso secco F5 tutto l'arco alpino con discontinuità
Helictotrichon sedenense 10 subalpino Ca - Ca/Si basico basso secco C3 F2 F5 IM CN TO
Helictotrichon sempervirens 9 subalpino
montano
Ca - Ca/Si basico basso secco C2 C3 F2 F5 IM CN TO
Helictotrichon setaceum 9 subalpino
montano
Ca basico basso secco C2 C4 F5 CN
Legenda e note alla tabella.

Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 9 = comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche; 10 = comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
Ambienti: C2 = rupi, muri e ripari sotto roccia; C3 = ghiaioni, morene e pietraie; C4 = campi solcati; F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino; F5 = praterie rase subalpine e alpine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500).[6] Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Helictotrichon è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con 34 specie.[3][4]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù Aveninae (contenente il genere della specie di questa voce) è descritta all'interno della tribù Aveneae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. All'interno della tribù, la sottotribù Aveninae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1"[13] o anche "Plastid Group 1 (Aveneae-type)").[14]

All'interno delle Aveninae si individuano due subcladi. Helictotrichon si trova nel primo clade insieme ai generi Arrhenatherum e Avena.[15] Questo genere tradizionalmente è rimasto parafiletico per lungo tempo; solamente con gli ultimi studi filogenetici è stato ridotto a due soli subgeneri: subg. Helictotrichon e subg. Tricholemma M. Ròser, passando così da un centinaio di specie ad una trentina.[3]

Le seguenti sono sinapomorfie relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[3]

  • la fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli;
  • le spighette sono compresse lateralmente;
  • i margini embrionali della foglia non si sovrappongono;
  • l'embrione è privo della fessura scutellare.

Per il genere Helictotrichon è stata individuata la seguente sinapomorfia: l'ilo è lungamente lineare.

I numeri cromosomici delle specie di questo genere sono: 2n = 14, 28 e 42.[3]

Elenco specie[modifica | modifica wikitesto]

Elenco delle specie del genere (per quelle euro-mediterranee è indicata la distribuzione).[8][16]

Specie spontanee italiane[modifica | modifica wikitesto]

Ligula e guaina della foglia.[12]
Sezione della foglia[5]

Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l’elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra).[5]

  • Gruppo 1A: la ligula è acuta ed è lunga 2 - 4 mm;
  • Gruppo 1B: la ligula è tronca ed è molto breve (meno di 1 mm);
  • Gruppo 2A: nelle foglie, in corrispondenza a ciascun fascio, lo sclerenchima forma un pilastro che congiunge le due facce; le guaine sono chiuse nella metà inferiore; la prefogliazione è convoluta;
  • Gruppo 2B: nelle foglie, in corrispondenza a ciascun fascio, lo sclerenchima forma un pilastro che congiunge le due facce e forma uno strato continuo sulla faccia inferiore; le guaine sono completamente aperte; la prefogliazione è conduplicata;
  • Gruppo 3A: le spighette sono parzialmente avvolte dalle glume; nelle foglie i pilastri sclerenchimatici sono interrotti tra il fascio vascolare e la pagina superiore da una zona di cellule ialine; le guaine dissolte avvolgono la base dei culmi;
  • Helictotrichon sempervirens (Vill.) Pilg. - Avena verdeggiante: il diametro della lamina delle foglie è di 0,9 - 1,5 mm; la superficie superiore delle foglie è scabra; nelle foglie sono presenti da 11 a 13 fasci vascolari; l'altezza della pianta è di 6 - 10 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp); il tipo corologico è Endemico - Ovest Alpico; gli habitat tipici sono i pascoli aridi sassosi; in Italia è una specie rara e la distribuzione sul territorio italiano è relativa al Nord-Ovest fino ad una altitudine compresa tra 1.500 e 2.000 m s.l.m..
  • Helictotrichon setaceum (Vill.) Henrard - Avena setacea: il diametro della lamina delle foglie è di 0,5 - 0,7 mm; la superficie superiore delle foglie è pelosa; nelle foglie sono presenti 7 fasci vascolari; l'altezza della pianta è di 3 - 5 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp); il tipo corologico è Endemico - Ovest Alpico; gli habitat tipici sono i pascoli aridi sassosi; in Italia è una specie rara e la distribuzione sul territorio italiano è relativa al Nord-Ovest fino ad una altitudine compresa tra 1.500 e 2.400 m s.l.m..
  • Gruppo 3B: le spighette sono completamente avvolte dalle glume; nelle foglie i pilastri sclerenchimatici sono continui; i culmi non sono inguainati;

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[8]

  • Avenastrum (K.Koch) Opiz
  • Avenochloa Holub
  • Danthorhiza Ten.
  • Elictotrichon Besser ex Andrz.
  • Heuffelia Schur
  • Neoholubia Tzvelev
  • Stipavena Vierh.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 22 ottobre 2020.
  2. ^ Etymo Grasses, pag. 131.
  3. ^ a b c d e Kellogg 2015, pag. 232.
  4. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  5. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 550.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  7. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  8. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 22 ottobre 2020.
  9. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 22 ottobre 2020.
  10. ^ Kellogg 2015, pag. 28.
  11. ^ Kellogg 2015, pag. 73.
  12. ^ a b Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 938.
  13. ^ PeerJ 2018, pag. 22.
  14. ^ Soreng et al. 2007, pag 440.
  15. ^ Saarela et al.2017.
  16. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 22 ottobre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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