Non è una guerra. Al massimo l’ufficializzazione di una separazione consumata già da lungo tempo. Cecilia Strada, la figlia di Gino Strada il fondatore di Emergency, lascia la Ong che aveva guidato come Presidente fino a luglio dell’anno scorso. L’annuncio ufficiale con un post su Facebook: «Si è conclusa la mia lunga avventura con Emergency. Sono stati anni importanti, difficili ed entusiasmanti. A Emergency va il mio solito augurio: che diventi inutile bella mia. Che tu possa finalmente vedere gli ospedali di guerra svuotarsi di feriti e riempirsi di rose». I toni sono lievi. Ma le frizioni che andavano avanti da mesi le sanno tutti. Si sa che negli ultimi tempi altri soci e volontari di Emergency hanno lasciato la Ong fondata a Milano nel 1994 e che ora opera in 18 Paesi tra cui Afghanistan, Iraq, Palestina, Ruanda e Sudan dove ha curato 9 milioni di persone, ha 3.000 collaboratori e nel 2016 ha realizzato un bilancio da oltre 48 milioni di euro.

A dividere i componenti della Ong proprio le sue dimensioni e la sua filosofia. C’è chi la vorrebbe ancora dura e pura come alle origini: promozione della cultura di pace, denuncia di tutte le guerre e distanza siderale da qualsiasi governo, istituzione o azienda privata. E chi come Gino Strada e l’attuale gruppo dirigente, viste le dimensioni che ha preso Emergency, non disdegna più fondi governativi italiani ed europei o finanziamenti da parte di imprese private, le ultime in ordine di tempo Impregilo ed Eni. Un dibattito che va avanti da anni. Almeno dal 2014 quando fece scandalo la presenza di Matteo Renzi in campo per una partita di calcio benefica organizzata da Emergency. «Non lo vogliamo. Guida un governo che sta facendo la guerra in Afghanistan dove abbiamo gli ospedali che lavorano a pieno ritmo grazie a lui», dissero in molti, facendo ritirare la maglia all’allora segretario del Pd.

Da allora le divergenze non si sono più appianate. A luglio dell’anno scorso Cecilia Strada lascia la presidenza a Rossella Miccio. «Normale avvicendamento interno», la versione ufficiale. Linea che tiene ancora oggi Gino Strada al telefonino: «È una cosa che abbiamo deciso insieme. È stata una scelta di Cecilia. Emergency è sempre quella e non cambia nulla. Siamo pronti a querelare se qualcuno sostiene il contrario. Ma se c’è chi ha qualcosa da dire lo dica. Noi intanto andiamo avanti con il nostro lavoro come prima». Sua figlia Cecilia Strada al telefonino preferisce non aggiungere una riga. Chi le sta vicino racconta che non avrebbe gradito chi dice che è stata una scelta sua: «Quando le hanno tolto la presidenza ha chiesto di avere un altro incarico e invece niente. E poi lo sanno tutti che lei non era certo una entusiasta dei finanziamenti arrivati dai governi o dalle multinazionali».

Il post di Cecilia Strada sui social non annuncia solo una rottura ma anche un ringraziamento: «È stato un privilegio conoscere e portare nel mondo questa idea di medicina e diritti umani. È stata anche l’opportunità di fare conoscenza con tante persone straordinarie: grazie». Quelle persone - volontari e no - che nel lavoro di Emergency hanno sempre riconosciuto un’importanza straordinaria se non unica. E che oggi a centinaia affollano la sua bacheca. Per salutarla e ringraziarla. Sperando che alla fine non cambi niente negli ospedali di mezzo mondo dove i medici della Ong fanno un lavoro oramai riconosciuto da tutti. «Sarai sempre il nostro Presidente». «Emergency non sarà più la stessa senza di te». «Questo posto ha sempre bisogno di persone come te». «Spero che Emergency rimanga allo stesso straordinario livello».

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