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Sulla propagazione del tasso
con la ipotesi di un metodo per taleaggio in ambiente freddo
Capitolo primo
Dove si distingue sui due principali tipi di tasso esistenti in natura e si introduce
all’argomentazione.
Occorre anzitutto porre una premessa di carattere scientifico.
In natura esistono due tipi di tasso, il Meles meles e il Taxus baccata.
Il primo è un organismo eucariota eterotrofo dal notevole differenziamento cellulare, con
areale paleartico e appartenente alla famiglia dei Mustelidi. Se ne distinguono generalmente
almeno cinque sottospecie: meles, marianensis, leptorynchus, leucurus e anaguma.
Il secondo è anch’esso un organismo eucariota, ma autotrofo, dalle pareti cellulari
prevalentemente composte di amido e cellulosa. Appartiene alla famiglia delle Taxaceae
(divisione Phinopyta e sottodivisione delle Conipherophitynam) e in natura ha abitudini
prevalentemente sciafile e igrofile.
Detto il soldoni il primo è un animale, il secondo una pianta.
Sarebbe ora davvero eccitante esplorare le abitudini riproduttive del tasso-animale, tuttavia
mi concentrerò sul tasso-pianta e in particolare sulla specie più comune dalle nostre parti,
Taxus baccata.
Per prima cosa tenterò di descriverne il temperamento, quindi sposterò l’attenzione sulle
caratteristiche riproduttive e sulle tecniche di propagazione, suggerendo un metodo per
taleaggio in ambiente freddo.
Bene.
Capitolo secondo
Storia di Taxus baccata Linnaeus sub specie humanitatis.
Il tasso1 è da sempre fra le piante più apprezzate e diffuse per le siepi da giardino.
Si presta meravigliosamente bene a qualsiasi tipo di richiesta e utilizzo.
Si desidera una siepe alta o bassa? Con una forma definita o naturale? Di verde chiaro o
scuro? Bisognerà piantare su terreno acido o alcalino? In posizione luminosa o ombrosa? In
1 Da qui in avanti si farà riferimento al tasso-pianta nella sua accezzione specifica di Taxus baccata Linneus.
Le atre sette-otto specie oggi riconosciute di tasso non sono altro, a detta di più autorità, che mere “variazioni
geografiche” sul tema dominante T. baccata. In realtà queste “variazioni” sono piante assai interessanti e utili
(ma purtroppo neglette, come molte conifere). Eccone una lista introduttiva:
1) Tasso californiano (T. brevifolia): del tutto simile all’inglese ma con foglie più minute. Nativo della costa
pacifica del Nord America. 2) Tasso canadese (T. canadiensis): distinguibile per il carattere cespuglioso, la
foglia appuntita. È il più rustico fra le specie del suo genere. 3) Tasso cinese (T. chinensis o T. celebica): si
distingue dall’inglese solo per le foglie, più lunghe e appuntite e meno fitte sui rami. 4) Tasso giapponese (T.
cuspidata): uno dei migliori per il giardino, cresce bene anche in Europa, rustico ma molto lento nella crescita.
Le foglie sono giallognole, appuntite e incurvate. 5) Tasso densiforme (T. x media): è un ibrido fra T. baccata
e T. cuspidata. Tenace e robustissimo, è una delle colonne vegetali del landscaping americano. 6) Tasso
himalayano (T. wallichiana): abita a 1800-3000 metri. 7) Tasso della Florida (T. floridiana): endemico della
Florida occidentale. 8) Tasso messicano (T. globosa): endemico del Messico meridionale.
Sono poi disponibili numerose cultivar di T. baccata., appositamente selezionate per il verde ornamentale. Le
più diffuse in commercio sono: repandens (a portamento prostrato), fastigiata (il celebre tasso irlandese),
fastigiata aurea, fastigiata aureamarginata.
zona esposta o riparata? In ambiente inquinato o fuori città? Si vuole una pianta di gusto
datato o alla moda? Per un giardino in stile o contemporaneo?
Per tutte queste domande esiste solo una risposta. Tasso.
È insuperabile per la formazione di siepi sempreverdi, medio-alte e rustiche (possono
competere, ma con molti handicaps, solo faggio e agrifoglio). È forse l’unica pianta davvero
topiabile a disposizione in tutto il globo terracqueo.
È storicamente ed economicamente fondamentale. Da sempre in tutto il Mediterraneo e in
Estremo Oriente se ne apprezza e lavora l’ottimo legno2. Fra le popolazioni di tradizione
celtica era considerato pianta sacra3 e i templi venivano eretti in prossimità degli esemplari
più notevoli. Fra gli inglesi (che come al solito rivendicano il copyright chiamandolo
“English yew4”) il tasso è considerato parte del patrimonio nazionale e la sua importanza è
paragonabile forse solo a quella della quercia, o di David Beckham5.
2 Il nome della pianta significa arco (dal latino taxus, a sua volta dal greco τόξον). Pare infatti che il legno
venisse utilizzato nell’antichità per questo tipo di produzione. Altre fonti traducono in freccia (metonimia
meno letterale ma più suggestiva), giusticando così il comune appellativo di “albero della morte” proprio dal
suo impiego nella fabbricazione di dardi velenosi.
È soprattutto la lenta crescita a consentire la formazione di questo legno robusto,compatto ed elastico. Qualità
che, insieme alla facile lavorazione, lo hanno reso celebre tanto da far ancora dire che «un palo di tasso dura di
più di uno di ferro».
Eccone una storia sociale degli impieghi tratta da una tesi di laurea trovata su internet (Monitoraggio e
gestione di faggete con tasso nell’Appenino Centrale, Emanuele Presutti Saba):
Il legno di tasso era apprezzato sin da epoche remote. In Egitto risulta essere importato dall’Asia Minore ai
tempi della III dinastia, circa 3000 anni prima di Cristo. In Himalaya i rami erano utilizzati per forgiare dei
cestini. Gli Etruschi e i Romani lo impiegavano nella produzione di archi e frecce per la sua resistenza ed
elasticità.Tale uso si conservò nel medioevo quando il legno di tasso venne utilizzato anche per la costruzione
di lance,balestre ed altri strumenti da guerra. Nel nord Europa era utilizzato per costruire chiuse idrauliche,
ingranaggi di ruote dentate, assali di carri, carrucole, pettini, boccali e vari manici di attrezzi nonché
numerosi attrezzi d’arte. In America lo utilizzavano per archi,per costruire le pagaie delle canoe,per arpioni,
per i manici dei fucili, per i rivestimenti delle barche, strumenti musicali, per ebanisteria. In Abruzzo veniva
utilizzato per costruire i collari da mettere al collo dei buoi e per altre parti del basto nonché per le
mangiatoie. Veniva molto utilizzato anche in carpenteria per realizzare travi, travicelli ed architravi di
portoni e finestre, talvolta anche come traversine ferroviarie. Anche le radiche di tasso sono considerate da
lungo tempo pregiate per i lavori di ebanisteria. Attualmente è molto ricercato, oltre che per l’ebanisteria,
anche per piccoli lavori di intaglio, sculture e per impiallacciature di mobili fini. Infine, è interessante
segnalare che il durame di tasso, trattato con sali di ferro, assume una colorazione nera, tale da farlo
rassomigliare all’ebano.
3 A ben vedere il tasso è tutt’oggi sacro. Come molti altri feticci pagani fu silenziosamente riciclato dal
cristianesimo e oggi è ancora largamente diffuso nei pressi delle chiese e come pianta da cimitero.
4 In Inghilterra il tasso è noto sotto il nome comune di yew tree. Questo può dar luogo a spiacevoli
fraintendimenti. Va precisato infatti che yew [juː] suona esattamente come you [ju], pronome di seconda
persona. Pertanto, se un inglese con fare compiaciuto vi si rivolge dicendo qualcosa che suona come «yew
tree» [juː tri:], non sta celebrando con humor sottile la vostra radica indolenza italica, ma probabilmente
descrivendo i pregi della sua pianta da siepe preferita.
5 Questa affezione può assumere talvolta i caratteri del fanatismo religioso.
Sconfinata è la letteratura in proposito (poesie, inni, agiografie), ma la bibbia rimane il fondamentale The
Churchyard Yew (1946) di Vaughan Cornish. Gli esemplari più vetusti sono oggi protetti da un’apposita
associazione, Ancient Yew Tree, che organizza pellegrinaggi organizzati ed è responsabile della consevazione
delle reliquie dei grandi patriarchi (purtroppo non sto scherzando).
Non è questa la sede nè il momento per dilungarsi sul tema, ma vale forse la pena segnalare qualche tappa
fondamentale, nel caso capitaste nella perfida Albione.
L’esemplare a Fountains Abbey in Yorkshire, largo abbastanza per ospitare i monaci e dare spazio al cantiere
durante la costruzione della chiesa, 800 anni fa. Il mitico Fortingal Yew in Scozia, l’esemplare più grande al
mondo con una circonferenza di quasi sedici metri (ma il suo tronco cavo è spaccato in due e la misura quindi
non effettiva). Tisbury Yew in Wiltshire and the Crowhurst Yew in Surrey, considerati i più antichi al mondo,
con un età valutata intorno ai 4000 anni. Le sacre foreste secolari a Box Hill e Cherkley Court, vicino a
Leatherhead. I celebrati campioni di arte topiaria di Levens Castle e Elvaston Castle.
Fra le piante ornamentali il tasso è imprescindibile. Ogni giardino davvero haut-de-gamme
dovrebbe averne una siepe o almeno un bell’esemplare adulto fastigiato6. Qualsiasi vivaista,
giardiniere, garden designer che si rispetti è chiamato a sfoggiarlo pressapoco come fa
Audrey Hepburn col suo little black dress in Colazione da Tiffay7.
Così, per tutte queste ragioni (e sicuramente molte altre) il tasso è indubitabilmente grande
amico dell’uomo. È amico fidato, generoso, esclusivo. Ci onora nella presenza, ci è fedele
nella lontanza, ci aiuta nel bisogno. La sua eroica lealtà ci fa volare ai tempi mitici di Eurialo
e Niso, di Patroclo e Achille. Ci stupisce che non stia davanti al cane nella classifica degli
amici dell’uomo. Lo vorremmo anzi nostro amico del cuore.
E sarebbe un errore fatale.
Perchè il tasso è in realtà un Giuda traditore.
Capitolo terzo
In quale si getta luce sulla vera natura del tasso.
Antico proverbio avverte: «chi sa fingersi amico sarà il peggiore fra i nemici».
Più antico di tutti gli antichi proverbi, il tasso ha fatto sua la lezione dal giorno in cui l’uomo
ha inventato il giardino. Il tasso è un nemico diabolico e pericolosissimo. Come nel mito il
vecchio Proteo mutava sembianza per sedurre innocenti giovinette, così questo mostro,
travestito da irresistibile piantina, ammalia i giardinieri di ogni nazione. Alimenta la loro
vanità con diaboliche lusinghe e promesse di gloria. Li raggira con trucchi degni di un
Houdini. Li spoglia del già scarso intelletto facendoli schiavi inconsapevoli. Il suo fine ultimo
è ridurli a un grado di lobotomia tale da condurli a coltivarlo autonomamente propagandolo
in milioni di esemplari nel mondo.
Qualora si voglia invece fare una cosa intelligente, si vada a visitare uno fra i tanti spettacolari arboreta o
pineta sparsi per l’isola, oppure il giardino di Foggy Bottom nel Norfolk, dove sono riunite con gusto colto e
decisamente contemporaneo sole conifere (ma con qualche erica...).
6 Anche se noblesse oblige imporrebbe l’uso combinato del tasso irlandese per la creazione di ritmiche,
prospettiche processioni. Qualora si voglia invece spingersi oltre, raggiungendo uno standard davvero regale,
si renderà necessaria la costruzione di un’area interamente dedicata alla topiaria, naturalmente per mezzo di
solo tasso.
7 Durante una distratta visita domenicale in un charity shop ho scovato fra gli scaffali un piccolo libretto
umoristico, Yew & Non-Yew di James Bartholomew. Il titolo parafrasa il celebre “U and Not-U” di Alan Ross,
lavoro degli anni Venti del secolo scorso, dove U sta per upper-class, con tutto quello che ne può derivare.
Ecco un passo di Yew & Not-Yew (traduzione mia):
Chiunque voglia piantare una siepe esclusiva ha numerose opzioni. La scelta è vasta. Puoi avere qualsiasi
siepe desideri – purchè sia tasso. Praticamente ogni giardino famoso in Inghilterra ha una siepe di tasso.
Hidcote ce l’ha. Così Great Dixter, Hatsfield House, Sissinghurst, Holdenby House, Levens Hall (notevole) e
molti altri. Barnsley House, Tintinhull e Howick Hall, anche loro ne hanno una.
Non è sempre stato così. John Evelyn, celebrato cronista del sedicesimo secolo, diede inizio alla moda.
Quantomeno la rivendicò e lo storico di giardino Miles Hadfield gli credette. Evelyn lodò il tasso per “sfidare
tutte le fatiche del più rigido inverno”. Lo ammirò per essere sempreverde e bello. Ne raccomandò l’uso per
“standards, knots [giardini a nodo], camminate, siepi, etc., [poichè] in tutti questi compiti riesce
meravigliosamente bene”. Alla luce di tutte queste qualità,arguì che il tasso è “degno della nostra pazienza”.
Ognuno sa cosa egli intendesse con questo: il tasso è orribile, miserabile, penosamente lento nella crescita.
Naturalmente, questo ne accresce il prestigio. Una crescita lenta dissuade molta gente dall’iniziare a
coltivarlo. Così che siepi di tasso sono sempre rare e sempre vecchie. Questo è il motivo per cui il tasso è
sempre molto Yew.
È poi vero che ci sono altri tipi di siepi, a parte il tasso, che non recano comunque disonore ad una famiglia.
[...]
Il tasso vive su questo pianeta da tempi ancestrali e, per quanto ne sappiamo, può raggiungere
età quasi millenarie. Come questo non bastasse, ha una tempra arcigna e tenacissima8. È
capace di fronteggiare con dura e silenziosa audacia ogni colpo, sia che venga da agenti
naturali che per mano umana. Buio plutonico, geli prolungati, venti costieri, attacchi di
funghi o parassiti9, tubi di scappamento, polveri sottili, drastiche potature non sono per
questo vecchio arcigno e testardo che giochi di bambini.
Grazie a tutte queste belle qualità il tasso è già riuscito a colonizzare l’intero emisfero
settentrionale, piazzando qualche bandierina anche nel Centro America e nelle Filippine. Non
vi è alcun dubbio che, aiutato da qualche zelante botanico, stia studiando qualcosa per le
regioni temperate dell’emisfero australe.
Naturalmente prospera in tutti i tipi di terreno, sebbene abbia una speciale preferenza per
quelli gessosi e ben drenati. Uno dei pochi mezzi a disposizione per fermarlo è trapiantarlo il
prima possibile in una zona paludosa con forti ristagni d’acqua. Ogni speranza è invece
perduta quando i semi trovano aree umide altopianeggianti e di bassa collina, suo habitat
prediletto10.
In natura si presenta come un albero solitario più largo che alto, dal portamento tondeggiante
e molto fitto. Proprio questa densità interna, insieme alla diabolica capacità di rigenerarsi
anche dalle più severe mutilazioni, lo hanno reso celebre come pianta siepabile. In realtà si
tratta di un inganno studiato per compiacere la vanità dei giardinieri11. I deliziosi e compatti
piccoli tassi che vediamo nei vivai si traformeranno col tempo (e più velocemente di quanto
comunemente si creda12) in un nudo e disordinato ammasso di rami e di aghi. Portarsi a casa
una di quelle piantine equivale a comprare un cucciolo di pantera pensandolo un gatto
certosino.
Il bel colore rossastro della corteccia è un altro sottile tranello. Presto il tronco si farà grigio,
moltiplicandosi malvagiamente in un basso e abominevole ammasso di legno. Il tasso è infatti
una creatura a carattere policormico. Solo il suono orripilante del nome dovrebbe suggerire
l’acquisto di una motosega da abbattimento. Si tratta della tendenza che i butti alla base del
tronco hanno ad unirsi a questo, assumendo così le sembianze di una fusione tentacolare di
più tronchi o, se preferite, di un incubo uscito dalla matita di H.R. Giger.
Inoltre, come una serpe con le sue squame, la corteccia del tasso ha la detestabile abitudine di
sfogliarsi di placche larghe e sottili, cambiando infidamente pelle nel corso delle stagioni.
8 Crescita lenta, longevità, estrema tenacia, prevalente diffusione nell’emisfero nord sono caratteristiche
comuni a molte gimnosperme. Seppur considerate dalla biologia ufficiale piante “meno evolute” delle
angiosperme, che le sono succedute nella storia dell’evoluzione, le conifere restano i dinosauri viventi del
regno vegetale, affascinanti giganti e testimoni di ere remote.
9 Sono segnalate due malattie fogliarie (Sphaerulina taxi e Macrophoma taxi). Fra gli insetti solo Oligrotophus
taxi, che procude una piccola vescica a forma di carciofo nei rami terminali, quindi una larva rossastra, può
recare qualche sporadico fastidio, ma solo nelle zone dove il clima è mite. Attacchi fungini si riscontrano solo
fra gli esemplari più vecchi e indeboliti. Tutte queste patologie sono purtroppo rarissime e di efficacia
irrisoria. Tuttavia negli ultimi anni si è accesa una speranza: il parassita Lecanium corni crudum sembra poter
dare noie anche piuttosto serie al tasso.
10 Lo stato di gioia perversa che raggiunge un tasso in simile ambiente è ben describile con la locuzione
idiomatica della lingua inglese «like a pig rolling in the shit». Non sarà proprio English of the Queen, ma
rende.
11 Pare che la pianta non solo non soffra le potature, ma ne guadagni nuove forze. Dal momento che è quasi
impossibile ammazzarla, non esistono periodi migliori o peggiori per i tagli. Tuttavia al giardiniere si
consiglierà di riservare una severa potatura per la fine dell’estate o inizio autunno, e magari un secondo taglio
più leggero in primavera. Quando si pota, è importante allontanare gli animali e asportare subito i tagli dal
prato per evitare rischi di avvelenamenti.
12 Una volta stabilizzato e in condizioni ambientali favorevoli, il tasso cresce tra i quindici e trenta centimetri
all’anno.
Le foglie sono coriacee e lineari. Leggermente arcuate, si piegano a volte quasi a dar forma a
una falce (strumento la cui simbologia dovrebbe far riflettere). Si inseriscono quindi sui rami
in doppia fila spiraliforme, come i gradini della scala di Chambord. Le pagine fogliari hanno
naturalmente anch’esse una doppia faccia: superiormente sono lucide e di colore verde scuro,
inferiormente più chiare e ruvide.
Il tasso è un essere dioico, presenta cioè individui con sessi separati, anche se ormai è
accertato che esistono non solo piante con porzioni di entrambi i sessi, ma che la stessa pianta
può anche cambiare sesso più volte nel corso della vita13. Alla luce di queste scoperte, è
ormai chiaro che solo un pazzo (o un giardiniere che, a ben guardare, non è che un pazzo)
potrebbe pensare di fare affidamento su una simile creatura.
I fiori maschili sono tondeggianti e contengono una mezza dozzina di anteri gialliastri. Si
trovano in febbraio e marzo nella parte inferiore dei rami. I fiori femminili maturano
successivamente. Sono quegli arilli arillocarpici simili a bacche rosse che il giardiniere
ingenuamente pensa siano frutti, rallegrandosene compiaciuto14.
Colorem habent, substantiam vero alteram. Queste bacche (che bacche non sono) sono il
supremo inganno del tasso, emblema stesso della sua natura menzognera. Sono lo
strategemma sviluppato dalla pianta per abbindolare non solo i giardinieri, ma tutto il creato.
Sono insomma lo strumento attraverso il quale il mostro propaga se stesso per il mondo.
Capitolo quarto
Timeo taxos et dona ferentes, ovvero delle due vie traverso cui la creatura manda i suoi figli
per il Mondo.
Anche il lettore più distratto avrà a questo punto indovinato che il tasso è pianta altamente
tossica15. È sufficiente l’ingestione di un rametto per avere effetti potenzialmente mortali.
Ogni sua parte è velenifera, eccetto il fiore femminile16.
Quest’attraente rossa bacca carnosa a forma di campana e contenente un unico seme non è
altro che il cavallo di Troia dentro al quale il tasso cela se stesso. In tal modo, rendendo
innocua e appettibile una sua parte, quest’essere letale trova il modo di riprodursi.
Gli uccelli, che insieme ai giardinieri sono i fantocci di cui egli si serve, sono attirati dalle
bacche come Adamo ed Eva lo furono dalle mele dell’albero proibito17. Inconsapevoli, se ne
13 La dottrina scientifica non ha ancora spiegato l’esatto funzionamento e scopo di tali sovrumane variazioni
genetiche. Si suppone che possano essere correlabili a un’influenza della componente ambientale o al vigore
stesso delle piante.
14 In realtà il tasso,essendo una gimnosperma (a nozze manifeste), non produce frutti.
15 Fior fiore di studiosi hanno studiato la tossicità della pianta, portata da due alcaloidi noti sotto il nome di
taxina A e taxina B. I sintomi compaiono da una mezzora a tre ore dall’ingestione e sono nausea, vomito,
dolori addominali, aritmie, cefalea, vertigini, convulsioni e coma. Il modus mortis è l’arresto cardiaco.
Nel suo bel lavoro sugli alberi e arbusti delle isole britanniche, William Jackson Bean dimostra di essere un
connoisseur attento e credibile. Egli afferma di aver visto animali nutrirsi delle bacche senza nuocerne, ma (al
contrario di molti colleghi giardinieri) non è tanto sciocco da sottovalutare la cosa e studia con attenzione,
sperimentando anche sulla sua persona le parti della pianta. Dopo essere miracolosamente sopravvissuto, Mr.
Bean può arrivare alle seguenti conclusioni: la tossicità attecchisce su certi stomaci più di altri e soprattutto se
a digiuno. Le foglie sono più velenose quando appassite e fattesi giallastre. Gli individui maschi sono più
velenosi di quelli femminili. Il tenore della tossina varia col variare della stagione, aumentando in inverno e
diminuendo in primavera. Il tasso canadese e himalayano non sono tossici.
16 La polpa è innocua e commestibile. Ha un gusto zuccherino e mucillaginoso che può essere di gradimento ad
alcuni, ma troppo insipido per piacere a tutti. L’ho provata personalmente e trovo che abbia un sapore simile
ai frutti di melograno.
17 Ancora una volta, il tasso ricorre a un trucco subdolo e meschino. Essendo l’avifauna maggiormente attirata
dai frutti rossi, egli colora appositamente le sue bacche per attirare il maggior numero di individui possibile.
cibano a profusione e ne digeriscono la polpa, mentre i semi attraversano intatti il processo
digestivo e, espulsi, si insediano nelle viscere del terreno18.
Questa diabolica macchinazione non dovrebbe stupire, ora che è stata fatta luce sulla vera
natura della bestia. Ma forse stupirà scoprire che questa cosa, questa creatura abominevole
che chiamavamo tasso e pensavamo essere una pianta ornamentale, ha sviluppato un secondo,
forse più terribile modo per auto-rigenerarsi.
Arrivato al limite della propria vita centenaria, lacerato ma non sconfitto dall’instancabile
sacrificio delle stagioni, il tasso può infatti trovare un’ultima via per clonare se stesso.
Lentamente, la pianta esausta si accascia e le sue ultime propaggini toccano il suolo. Mentre
nel tronco la vita si spegne, le linfe diaboliche si spingono ai rami, ora a contatto col terreno.
Come vermi alla ricerca di nutrimento, i rami si interrano e si fanno radici avventizie e quindi
nuovi germogli, cloni perfetti e moltiplicati della madre. Frattanto, dalla ceppaia ormai morta
un potere che si credeva estinto ricaccia nuovi getti lungo il fusto. Questi figli dell’Ade si
anastomizzano tra loro, avilluppando il tronco di una nuova vita, in forma antica19.
Come se questo non bastasse, nel corso della sua storia più recente il tasso ha saputo trovare
un umile ma utilissimo servitore. Si tratta del giardiniere.
Con le tecniche che abbiamo descritto, questa creatura proteiforme ha preso le sembianze di
un’innocua pianta da giardino. Ha saputo fingere ammaestrabilità e buona educazione. Ha
convinto i giardinieri di tutto il mondo a sviluppare nuove tecniche per coltivarla.
Ha così trovato una terza via per riprodursi.
Capitolo quinto
La terza via, ovvero della propagazione manu agricolae.
Convinti della bontà dell’impresa e sospinti dallo zelo che li caratterizza, i giardinieri si sono
messi al lavoro. Oggi, grazie al loro sacrificio, l’umanità ha sviluppato una disciplina che, per
i metodi di cui si serve e i fini a cui tende, si pone tra il codice deotologico di un schiavo
dell’antico Egitto e un rituale alchemico di magia nera.
Questa disciplina è comunemente nota sotto il nome di propagazione.
Non ha nulla a che vedere con un procedimento su base scientifica poichè non è misurabile e
controllabile con linguaggio e mezzi prettamente umani. Serve al tasso e solo al tasso. Il fine
ultimo è il soddisfacimento dell’egoistica sete di vita della pianta.
Fra gli uccelli maggiormente responsabili della dispersione vi sono: la tordela (Turdus viscivorus), il tordo
bottaccio (Turdus philomelos), il merlo (Turdus merula), il pettirosso (Erithacus rubecula), la capinera (Sylvia
atricapilla), il picchio muratore (Sitta europaea), la cianciallegra (Parus major), la cianciarella (Parus
caeruleus), la cincia bigia (Parus palustris) e il picchio verde (Picus viridis).
18 È questa la prima e più importante via riproduttiva del tasso. Per la biologia è un tipo di riproduzione gamica,
nella fattispecie ornitogama. Il tasso è quindi una pianta zoofila, che attira l’avifauna e se ne serve per
disperdere i suoi semi. Senza l’inconsapevole collaborazione degli animali, gli arilli cadrebbero al suolo senza
poter svilupparsi per la mancanza di luce e la concorrenza con la pianta madre per i nutrimenti del terreno.
Questo tipo di disseminazione è comune a numerose specie di origine arctoterziaria come il bagolaro (Celtis
australis), l’alloro (Laurus nobilis), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il dafne (Daphne ssp.).
19 È questa la seconda via riproduttiva del tasso. Per la biologia è un tipo di riproduzione agamica (o vegetale,
ma impropriamente, poichè non esclusiva delle sole piante). È un meccanismo meno complesso
biologicamente ma che, generando cloni perfetti, ha il vantaggio di sviluppare individui eventualmente favoriti
qualora condizioni ambientali favorevoli non mutino.
Per questo motivo il tasso ha buone possibilità di sopravvivere in una foresta vetusta dove avviene lo schianto
di vecchi individui o la caduta di grosse branche.
La propagazione dispone di tecniche diverse, come diversa e multiforme è la natura del tasso.
È possibile propagare per seme, per talea, per innesto o per .....20.
Proverò ora a suggerire un metodo per via taleare, sforzandomi di trovare le parole per
tradurre in linguaggio umano i modi del funzionamento di una vita vegetale.
Capitolo sesto
La propagazione per taleaggio di Taxus baccata L. in ambiente freddo.
Premessa. Scelta del materiale. Attrezzatura. Ambiente di propagazione. Travaso e messa a
dimora. Considerazione.
Premessa
Prima di parlare specificamente del tasso, accennerò ad alcuni dei principi base del taleaggio,
indicando tre presupposti generali e sempre validi. I primi due presupposti riguardano la
scelta del materiale. Il terzo, l’ambiente dove ha luogo la propagazione.
1) Quale pianta scegliere e quali parti di essa.
Le talee vanno prese da piante e rami giovani.
Il taleaggio sfrutta la capacità della pianta di riprodursi per via vegetativa e va quindi
effettuato nel momento in cui questa capacità è massima. Questo momento è precedente alla
comparsa dei fiori e dei frutti sulla pianta, quando la pianta non è sessualmente matura21.
Questo è anche il motivo per cui, qualora si preveda di far talee, è buona norma potare
periodicamente. Così facendo si constringe la pianta a “ricominciare da capo”, buttando
nuove parti dalla maggiore capacità vegetativa.
Le talee cosiddette di punta sono in assoluto le migliori. Sono quelle talee prese
dall’estremità dei rami leader dove l’ormone radicante della pianta è elevatissimo22.
Infine il taleaggio da una cultivar ha minore possibilità di successo di quello da pianta rustica,
poichè le varietà coltivate hanno minor capacità vegetativa.
2) In che periodo dell’anno prendere le talee.
Conifere e sempreverdi si propagano con talee semi-legnose.
Esistono due tipi fondamentali di talea: erbacee e legnose o semi-legnose. Di norma le prime
vengono operate su piante annuali, biannuali o a foglia caduca, le seconde su perenni
sempreverdi (conifere incluse). Naturalmente ci sono le eccezioni, così moltissime piante
dell’uno o dell’altro gruppo accettano benissimo entrambi i tipi di taleaggio.
Rispetto alle talee erbacee, quelle legnose o semilegnose vengono operate in stagione più
avanzata, fra agosto e/o settembre23. Proprio per questo motivo vengono anche chiamate
talee agostate24.
20 Non parlerò in questa sede della propagazione per seme e per innesto. Maggior spazio, sforzi ed esperienze
sarebbero necessarie. Dirò solamente che la propagazione per talea si differenzia dalle altre in quanto produce
cloni perfetti, completamente uguali alla pianta madre da cui si preleva il materiale. È interessante inoltre
sapere che un seme di tasso impiega in media fino a due anni dalla messa a dimora per germinare, pertanto, le
piante che si vedono in commercio sono principalmente ottenute da talee o innesti.
21 Entrando in fase adulta, le piante (così come le singole parti di esse) iniziano a concentrarsi sullo sviluppo
degli organizi di riproduzione sessuata, i fiori. Così facendo, la capacità di riprodursi vegetativamente
diminuisce. Si tratta di una scelta consapevole della pianta, che concentra deliberatamente le sue energie in un
tipo di riproduzione più evoluto e differenziato.
22 Le talee di punta sono le uniche possibili per le specie di difficile propagazione come Rhododendron,
Pittosporum Garrya, Rhamnus, Fremontodendron, Escallonia bifida.
23 Così David Hide su The Garden dell’aprile 2005 (traduzione di Mariangela Barbiero):
3) Che tipo di ambiente favorisce la radicazione.
Controllo ambientale in vitro
La radicazione delle talee può avvenire solamente se le condizioni ambientali sono
favorevoli. Per ottenerle è necessario controllare in modo adeguato25 l’interelazione fra
temperatura, luce, umidità, ossigeno e diossido di carbonio.
Nella pratica questo significa universalmente: meno perdita idrica possibile della pianta;
temperatura fresca dell’aria; suolo tiepido senza reazioni del ph di partenza; buon drenaggio
del terreno; luce adeguata per l’attività di fotosintesi.
Nel momento in cui si sceglie il tipo di ambiente per la propagazione si hanno due strade
fondamentali. Ambiente freddo e ambiente riscaldato. Il primo metodo è più facile ma più
lento, il secondo più veloce ma più impegnativo.
È bene però tenere a mente che l’ultima parola nella scelta non spetta all’uomo ma alla
pianta. È la valutazione del tipo di pianta e delle sue esigenze (non delle nostre) a determinare
il tipo di serra in cui si andrà a propagare26.
Molte piante sia decidue che sempreverdi possono essere riprodotte anche con talee legnose, cioè di materiale
più duro, dunque vecchio. Più è duro il materiale della talea, più aumenta il tempo di emissione delle radici
ma si riduce in cambio il grado di complessità necessario al mantenimento di un idoneo ambiente di radizione
(le talee erbacee, tipiche di arbusti decidui, vanno nebulizzate e tenute più umide).
24 Effettivamente, le fonti da me consultate concordano con la regola generale per le semi-legnose.
Questo l’elenco delle fonti: Sander’s Encyclopedia (settembre). Johnson’s Gardener’s Dictionary (aprile e
agosto). Nuova (1949) enciclopedia illustrata di Richard Sudell (luglio e agosto). Dizionario RHS di
giardinaggio, seconda edizione in quattro tomi (agosto). Trees and Shrubs Hardy in the British Isles, in tre
autorevoli tomi, by Mr. Bean (fine luglio, agosto). Primo libro generico della biblioteca di Newport (tale estive
o autunnali). Secondo libro generico della biblioteca di Newport (inizio-metà autunno). Terzo libro generico
della biblioteca di Newport (fine estate). Manuale RHS di propagazioni, nella libreria a Osborne House (anno
nuovo, dopo che la pianta madre ha ricevuto il primo gelo). Altro manuale di propagazioni, sempre libreria a
Osborne House (fine autunno, inizio inverno). Ancora manuale di propagazioni, stesso scaffale a Osborne
House (settembre). Ennesimo manuale di propagazioni, stesso scaffale (aprile e agosto). The Home Gardening
Encyclopaedia, Paerson (settembre). Stefan Buczacki’s Plant Dictionary (tale semilegnose in primavera e
legnose in autunno).
Fanno dodici mesi, con agosto e settembre in leggero vantaggio.
25 Ho scritto in modo adeguato poichè, nella propagazione, non esistono leggi che quatifichino in modo
assoluto i tempi e le modalità. È possibile comprendere le esigenze della pianta o la condizione di un
particolare ambiente, ma il successo deriva della capacità di trasferire queste conoscenze nella pratica e di
interpretare questi aspetti in relazione a una condizione che continuamente, seppur impercettibilmente,
cambia. Avere “il pollice verde” significa possedere (anche) questa capacità.
26 D. Hide, op. cit.:
Fornendo alle talee un terreno più caldo della temperatura dell'aria (piedi al caldo testa al fresco), i processi
biochimichi di radicazione si accelerano.Una temperatura eccessiva dell'aria è spesso l'effetto di alti livelli di
luminosità, con conseguente riduzione dell'umidità ambientale e aumento del tasso di evaporazione (perdita
di umidità delle talee). In casi estremi, si può arrivare all'appassimento e alla morte. Si può ovviare con
l'ombreggiamento,tuttavia sempre tenendo presente che la luce è indispensabile alla fotosintesi clorofilliana,
che provvede a far fronte alle limitate riserve di sostanze nutritive presenti nelle talee, stimolando nel
contempo il processo di radicazione.
L'acqua mantiene turgida la talea e veicola le sostanze nutritive, ossigeno e diossido di carbonio,
assolutamente vitali per la crescita della pianta. L'eccesso di diossido di carbonio però spesso limita il
processo di fotosintesi, per cui può essere d'aiuto un sistema di ventilazione che crei movimento d'aria...
tuttavia un eccesso di ventilazione riduce l'umidità.
Le radici hanno anche bisogno di ossigeno, pertanto le percentuali di successo possono aumentare
aggiungendo perlite o corteccia al substrato di radicazione,che risulterà meglio aerato. Se però nel substrato
c'è un eccesso di umidità, le talee marciranno anche se tutti gli altri fattori sono ottimali.
In estate, di solito, la considerazione primaria è il mantenimento di un'alta umidità, particolarmente se si
tratta di talee di alberi e arbusti decidui a foglia larga. Per la maggior parte delle piante l'ambiente più
appropriato per la radicazione abbina alti livelli di luce e umidità alla nebulizzazione intermittente del
fogliame. Ciò previene l'appassimento, incoraggia la produzione di sostanze nutritive e mantiene le talee
fresche poiché fa evaporare l'umidità dal fogliame.
Scelta del materiale
Per il tasso, prenderei talee della lunghezza di 10/13 centimetri. Con le mano, si scalzano le
foglie alla base del ramo, per circa un terzo della lunghezza totale.
La propagazione del tasso funziona particolarmente bene con talee al tallone (heel cuttings).
Queste sostanzialmente includono alla base del taglio una piccola sezione (linguetta) del
ramo dell’anno precedente27. Per ottenerle occorre sfogliare a mano il ramo laterale dal ramo
leader (che è il migliore e si tiene per la talea di punta). Con un coltello affilatissimo si rifila
il tallone accorciandolo in modo che non superi e 4/5 millimetri di lunghezza. Si mette a
contatto il tallone con un ormone radicante e quindi si interra.
La letteratura non è concorde sulle zone dove è meglio prendere le talee: se fra i rami alti o
bassi. L’opinione più comunemente diffusa è che siano da preferire i rami alti. Secondo altre
fonti le talee prese vicino al coletto possano avere più successo28.
Nel dubbio, prenderei le talee da diverse posizioni, registrando e verificando i risultati
successivamente.
Attezzatura
Questa è una lista dell’attrezzatura necessaria alla propagazione del tasso in un ambiente
freddo. Le modalità d’uso sono approfondite nella sezione successiva.
Cesoie. Vanno usate cesoie da potatura, non a battuta.
Borse di plastica. Servono alla raccolta e trasporto del materiale. La plastica è preferibile
perchè mantiene l’umidità e impedisce la disidratazione delle talle.
Tavolo da lavoro. È fondamentale che abbia altezza, dimensioni e illuminazione che
permettano di lavorare a lungo e in comodità.
Coltello. Serve per rifinire i tagli (fondamentale per le talee al tallone). La lama deve sarà
dritta e affilattissima. Meglio se in acciaio inossidabile e sterilizzato prima dell’uso.
Per talee al tallone o di legno particolarmente giovane è comoda anche una lametta da barba.
Ormone radicante. Usare 0,8% IBA.
Terreno. Usare una miscela ½ compost + ½ sabbia.
Paletta. Abbastanza larga e profonda da mischiare bene il terreno.
Cannuccia rigida. Una qualsiasi asticella rigida che abbia stesso diametro delle talee. È uno
strumento la cui utilità non è da sottovalutare (soprattutto con le talee erbacee o al tallone)
perchè atto ad “aprire la strada” nel terreno.
Ambiente di propagazione. Ambiente freddo (cold frame o tunnel rivestito in polietilene.)
Quaderno ed etichette. Per prendere nota delle date e degli eventuali esperimenti.
Attrezzature come serrette riscaldate, cassoni freddi, tappettini di riscaldamento elettrico, unità di
nebulizzazione possono essere d'aiuto, particolarmente con specie di difficile radicazione, ma i soggetti più
facili radicano con successo anche in cassoni non riscaldati o solo riparati da un foglio di plastica
trasparente appoggiato su una piccola intelaiatura di filo di ferro infilata nel vaso e fissato (il foglio di
plastica) con uno spaghetto sotto il bordo del vaso. Una regolare nebulizzazione manuale con uno spruzzino
può essere altrettanto efficace di una costosa unità di nebulizzazione automatica.
27 Questo legno più duro ha meno probabilità di marcire e contiene livelli più alti di ormoni radicanti. Se usata
correttamente, la talea al tallone può aumentare notevolmente la percentuale di successo del taleaggio. Nel
caso si disponga di legni particolarmente duri o di piante di difficile taleaggio, si può ricorrere a talee per
incisione (wounding stem cutting), tuttavia, nel caso del tasso, penso non sia necessario.
28 Pare che getti cresciuti in ombra ed eziolati (alti ed esili perchè alla ricerca di luce) possano avere più
successo perchè, essendo più sottili, possono dedicare maggior energia alla generazione di nuove radici.
Ambiente di propagazione
Nella scelta dell’ambiente di propagazione le regole generali del controllo ambientale vanno
sommate alla valutazione delle esigenze particolari della pianta da propagare.
Da tutto quello che si è detto, il tasso: è una pianta sempreverde assai tenace, ama l’ambiente
umido ma non sopporta ristagni idrici, può stare in mezz’ombra, prospera in terreni gessosi.
Considero adeguato un taleaggio in ambiente freddo29.
Serra fredda
Considerato il temperamento del tasso, non è necessario propagare in ambiente riscaldato o
nebulizzato. Un cold frame o un tunnel rivestito in polietilene saranno sufficienti. Qualora si
voglia ottenenere un numero elevato di piante eviterei vasi o vassoi e alloggerei tutto in cold
frame già riempito di terra. Nel caso si usino i contenitori, assicurarsi che siano molto ma
molto drenanti.
Terreno
Miscela in parti uguali di compost e sabbia. Per le talee spesso si usa torba in luogo del
compost ma nel caso del tasso eviterei: la torba ha ottima capacità di mantenere l’umidità ma
rispetto al compost è meno drenante e reidratable (oltre a essere più costosa e scorretta da un
punto di vista ecologico).
Preparare la miscela in questo modo. Aprire la confezione e stendere tutto il compost sul
tavolo da lavoro. Polverizzare fra le mani tutti gli eventuali cumuli o balocchi di terra
(ottimizzando così l’areazione del terreno che si va a formare). Stendere anche la sabbia e
mescolarla bene al compost servendosi di una paletta. Non è necessario concimare. Qualora
si debba sospendere il lavoro o parte del terreno rimanga temporaneamente inutilizzata sul
tavolo, coprirla con un telo di plastica in modo che non disperda l’umidità.
Ormone radicante
Con talee di legno semi-legnoso è consigliabile usare un prodotto che aiuti la radicazione.
Per questo tipo di talee lo standard è un ormone radicante del tipo 0,8 IBA in talc.
In commercio esistono prodotti in polvere e in soluzione liquida. Se si usano prodotti in
polvere, le misure indicate vanno rispettate scrupolosamente. Esistono prodotti con fungicida
incluso ma nel caso del tasso penso non siano fondamentali.
Per prodotti in soluzione liquida: preparare la soluzione secondo le istruzioni usando acqua
sterile o almeno riposata, in modo che si demineralizzi. Immergere a lungo la base della talea.
Per prodotti in polvere: portare una dose della confezione in un piattino, in modo da non
contaminare tutto il prodotto. Bagnare la base della talea (sempre usando acqua sterilizzata o
riposata) in modo da facilitare la presa della polvere al ramo. È importantissimo mettere a
contatto l’ormone radicante solamente con la parte ferita della talea: spingendo tutto il ramo,
la polvere creerebbe problemi alle radici una volta uscite.
Acqua
È importante sia per l’evaporazione interna della serra che per la turgidità del suolo e delle
radici. Usare acqua tiepida e magari piovana. Consiglierei di tenere una tanica sempre piena
in ambiente non più freddo di quello interno alla serra. Innaffiare a pioggia, non in modo
eccessivo (orientativamente una volta alla settimana, ma sempre considerando anche il clima
esterno).
Luce
Meglio posizionare la serra a sud o a est. Doterei l’ambiente di una copertura in vetro, con a
disposizione sempre anche un telo di plastica oscurante. Nei giorni estivi di gran caldo è
importante non sovraesporre l’ambiente ai raggi solari e aprire all’areazione.
Tenere sempre a mente che il tasso può stare felicemente in mezz’ombra.
29 Questo metodo non è il solo nè il più professionale. Ma, oltre ad essere di grande praticità, è sicuramente
sufficiente per avere successo con il tasso.
Aria
Germogli e talee mal sopportano troppa aria di fessura e correnti fredde.
Travaso e messa a dimora
Dopo che le piante avranno iniziato a radicare (poco meno di un anno, se si propaga in
ambiente freddo) è possibile il rivanso. In questa fase vanno mantenuti tutti gli accorgimenti
usati in precedenza ma è necessario anche concimare. Usare un concime radicante non
fogliare, seguendo le dosi indicate sulla confezione. Usare concimi liquidi, a rilascio
immediato. Vanno versati vicino allo strato di terra (in modo da non indurirla) ed evitando
che le foglie si bagnino.
Quanto alla messa a dimora in ambiente esterno, si assume che le conifere possono essere
messe a dimora in ogni periodo dell’anno. Il periodo migliore è da inizio autunno a fine
primavera. Rimandare l’operazione qualora si abbiano condizioni ambientali limite come
siccità prolungata, suolo congelato o troppo umido (il tasso non sopporta stare seduto sul
bagnato). Ventiquattro ore prima di piantare è bene immergere il pane di terra in acqua per
qualche minuto; quindi lasciare scolare.
Considerazione
Il metodo che ho suggerito è stato assemblato attraverso pagine di manuali e consigli di
colleghi giardinieri. Ma le mani sono ancora troppo pulite per essere credibili.
Non si può pensare di saper fare una Sacher leggendo la ricetta. Nè, tantomeno, scrivere una
ricetta senza aver mai provato a fare una torta.
Quello che voglio dire è che il metodo andrà verificato nella pratica e queste pagine saranno
da rivedere (magari dopo essersi lavati le mani).
Meles meles, ovvero il tasso-animale
Taxus baccata, ovvero il tasso-pianta
Taxus baccata sub specie humanitatis
Taxus baccata sub specie naturae
Il merlo, uno dei principali indagati responsabili della prima via di riproduzione
Le radici avventizie, il mezzo preposto per la seconda via riproduzione
(qui nel caso limite del Ficus magnol)
Il giardiniere, unico colpevole della terza via di riproduzione
(qui in postura da lavoro)
Semi di tasso
I frutti sono propriamente arilli,
parti esterne del seme
I semi sono duri e molto velenosi; possono
impiegare fino a due anni per germinare
Cold frame artigianale
(manca la copertura che può essere
in vetro o materiale plastico)
Tunnel
(rivestito in polietilene)
Talea al tallone, o heel cutting
(ancora da rifilare)
Talea radicata dopo qualche mese in serra
Pottering shed a Osbone House
(tavolo alla giusta altezza)
Vassoio per cuttings
(notare l’alto drenaggio delle celle)
Larga paletta
(per raccogliere e mescolare il terreno)
Spazzola
(per la pulizia del piano da lavoro)
Innaffiatoio
(la rosetta è rivolta in alto quando si
innaffiano plantulae e cuttings)
Telo in iuta e plastica
(la plastica trattiene l’umidità nel terreno)

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Sulla propagazione del tasso

  • 1. Sulla propagazione del tasso con la ipotesi di un metodo per taleaggio in ambiente freddo Capitolo primo Dove si distingue sui due principali tipi di tasso esistenti in natura e si introduce all’argomentazione. Occorre anzitutto porre una premessa di carattere scientifico. In natura esistono due tipi di tasso, il Meles meles e il Taxus baccata. Il primo è un organismo eucariota eterotrofo dal notevole differenziamento cellulare, con areale paleartico e appartenente alla famiglia dei Mustelidi. Se ne distinguono generalmente almeno cinque sottospecie: meles, marianensis, leptorynchus, leucurus e anaguma. Il secondo è anch’esso un organismo eucariota, ma autotrofo, dalle pareti cellulari prevalentemente composte di amido e cellulosa. Appartiene alla famiglia delle Taxaceae (divisione Phinopyta e sottodivisione delle Conipherophitynam) e in natura ha abitudini prevalentemente sciafile e igrofile. Detto il soldoni il primo è un animale, il secondo una pianta. Sarebbe ora davvero eccitante esplorare le abitudini riproduttive del tasso-animale, tuttavia mi concentrerò sul tasso-pianta e in particolare sulla specie più comune dalle nostre parti, Taxus baccata. Per prima cosa tenterò di descriverne il temperamento, quindi sposterò l’attenzione sulle caratteristiche riproduttive e sulle tecniche di propagazione, suggerendo un metodo per taleaggio in ambiente freddo. Bene. Capitolo secondo Storia di Taxus baccata Linnaeus sub specie humanitatis. Il tasso1 è da sempre fra le piante più apprezzate e diffuse per le siepi da giardino. Si presta meravigliosamente bene a qualsiasi tipo di richiesta e utilizzo. Si desidera una siepe alta o bassa? Con una forma definita o naturale? Di verde chiaro o scuro? Bisognerà piantare su terreno acido o alcalino? In posizione luminosa o ombrosa? In 1 Da qui in avanti si farà riferimento al tasso-pianta nella sua accezzione specifica di Taxus baccata Linneus. Le atre sette-otto specie oggi riconosciute di tasso non sono altro, a detta di più autorità, che mere “variazioni geografiche” sul tema dominante T. baccata. In realtà queste “variazioni” sono piante assai interessanti e utili (ma purtroppo neglette, come molte conifere). Eccone una lista introduttiva: 1) Tasso californiano (T. brevifolia): del tutto simile all’inglese ma con foglie più minute. Nativo della costa pacifica del Nord America. 2) Tasso canadese (T. canadiensis): distinguibile per il carattere cespuglioso, la foglia appuntita. È il più rustico fra le specie del suo genere. 3) Tasso cinese (T. chinensis o T. celebica): si distingue dall’inglese solo per le foglie, più lunghe e appuntite e meno fitte sui rami. 4) Tasso giapponese (T. cuspidata): uno dei migliori per il giardino, cresce bene anche in Europa, rustico ma molto lento nella crescita. Le foglie sono giallognole, appuntite e incurvate. 5) Tasso densiforme (T. x media): è un ibrido fra T. baccata e T. cuspidata. Tenace e robustissimo, è una delle colonne vegetali del landscaping americano. 6) Tasso himalayano (T. wallichiana): abita a 1800-3000 metri. 7) Tasso della Florida (T. floridiana): endemico della Florida occidentale. 8) Tasso messicano (T. globosa): endemico del Messico meridionale. Sono poi disponibili numerose cultivar di T. baccata., appositamente selezionate per il verde ornamentale. Le più diffuse in commercio sono: repandens (a portamento prostrato), fastigiata (il celebre tasso irlandese), fastigiata aurea, fastigiata aureamarginata.
  • 2. zona esposta o riparata? In ambiente inquinato o fuori città? Si vuole una pianta di gusto datato o alla moda? Per un giardino in stile o contemporaneo? Per tutte queste domande esiste solo una risposta. Tasso. È insuperabile per la formazione di siepi sempreverdi, medio-alte e rustiche (possono competere, ma con molti handicaps, solo faggio e agrifoglio). È forse l’unica pianta davvero topiabile a disposizione in tutto il globo terracqueo. È storicamente ed economicamente fondamentale. Da sempre in tutto il Mediterraneo e in Estremo Oriente se ne apprezza e lavora l’ottimo legno2. Fra le popolazioni di tradizione celtica era considerato pianta sacra3 e i templi venivano eretti in prossimità degli esemplari più notevoli. Fra gli inglesi (che come al solito rivendicano il copyright chiamandolo “English yew4”) il tasso è considerato parte del patrimonio nazionale e la sua importanza è paragonabile forse solo a quella della quercia, o di David Beckham5. 2 Il nome della pianta significa arco (dal latino taxus, a sua volta dal greco τόξον). Pare infatti che il legno venisse utilizzato nell’antichità per questo tipo di produzione. Altre fonti traducono in freccia (metonimia meno letterale ma più suggestiva), giusticando così il comune appellativo di “albero della morte” proprio dal suo impiego nella fabbricazione di dardi velenosi. È soprattutto la lenta crescita a consentire la formazione di questo legno robusto,compatto ed elastico. Qualità che, insieme alla facile lavorazione, lo hanno reso celebre tanto da far ancora dire che «un palo di tasso dura di più di uno di ferro». Eccone una storia sociale degli impieghi tratta da una tesi di laurea trovata su internet (Monitoraggio e gestione di faggete con tasso nell’Appenino Centrale, Emanuele Presutti Saba): Il legno di tasso era apprezzato sin da epoche remote. In Egitto risulta essere importato dall’Asia Minore ai tempi della III dinastia, circa 3000 anni prima di Cristo. In Himalaya i rami erano utilizzati per forgiare dei cestini. Gli Etruschi e i Romani lo impiegavano nella produzione di archi e frecce per la sua resistenza ed elasticità.Tale uso si conservò nel medioevo quando il legno di tasso venne utilizzato anche per la costruzione di lance,balestre ed altri strumenti da guerra. Nel nord Europa era utilizzato per costruire chiuse idrauliche, ingranaggi di ruote dentate, assali di carri, carrucole, pettini, boccali e vari manici di attrezzi nonché numerosi attrezzi d’arte. In America lo utilizzavano per archi,per costruire le pagaie delle canoe,per arpioni, per i manici dei fucili, per i rivestimenti delle barche, strumenti musicali, per ebanisteria. In Abruzzo veniva utilizzato per costruire i collari da mettere al collo dei buoi e per altre parti del basto nonché per le mangiatoie. Veniva molto utilizzato anche in carpenteria per realizzare travi, travicelli ed architravi di portoni e finestre, talvolta anche come traversine ferroviarie. Anche le radiche di tasso sono considerate da lungo tempo pregiate per i lavori di ebanisteria. Attualmente è molto ricercato, oltre che per l’ebanisteria, anche per piccoli lavori di intaglio, sculture e per impiallacciature di mobili fini. Infine, è interessante segnalare che il durame di tasso, trattato con sali di ferro, assume una colorazione nera, tale da farlo rassomigliare all’ebano. 3 A ben vedere il tasso è tutt’oggi sacro. Come molti altri feticci pagani fu silenziosamente riciclato dal cristianesimo e oggi è ancora largamente diffuso nei pressi delle chiese e come pianta da cimitero. 4 In Inghilterra il tasso è noto sotto il nome comune di yew tree. Questo può dar luogo a spiacevoli fraintendimenti. Va precisato infatti che yew [juː] suona esattamente come you [ju], pronome di seconda persona. Pertanto, se un inglese con fare compiaciuto vi si rivolge dicendo qualcosa che suona come «yew tree» [juː tri:], non sta celebrando con humor sottile la vostra radica indolenza italica, ma probabilmente descrivendo i pregi della sua pianta da siepe preferita. 5 Questa affezione può assumere talvolta i caratteri del fanatismo religioso. Sconfinata è la letteratura in proposito (poesie, inni, agiografie), ma la bibbia rimane il fondamentale The Churchyard Yew (1946) di Vaughan Cornish. Gli esemplari più vetusti sono oggi protetti da un’apposita associazione, Ancient Yew Tree, che organizza pellegrinaggi organizzati ed è responsabile della consevazione delle reliquie dei grandi patriarchi (purtroppo non sto scherzando). Non è questa la sede nè il momento per dilungarsi sul tema, ma vale forse la pena segnalare qualche tappa fondamentale, nel caso capitaste nella perfida Albione. L’esemplare a Fountains Abbey in Yorkshire, largo abbastanza per ospitare i monaci e dare spazio al cantiere durante la costruzione della chiesa, 800 anni fa. Il mitico Fortingal Yew in Scozia, l’esemplare più grande al mondo con una circonferenza di quasi sedici metri (ma il suo tronco cavo è spaccato in due e la misura quindi non effettiva). Tisbury Yew in Wiltshire and the Crowhurst Yew in Surrey, considerati i più antichi al mondo, con un età valutata intorno ai 4000 anni. Le sacre foreste secolari a Box Hill e Cherkley Court, vicino a Leatherhead. I celebrati campioni di arte topiaria di Levens Castle e Elvaston Castle.
  • 3. Fra le piante ornamentali il tasso è imprescindibile. Ogni giardino davvero haut-de-gamme dovrebbe averne una siepe o almeno un bell’esemplare adulto fastigiato6. Qualsiasi vivaista, giardiniere, garden designer che si rispetti è chiamato a sfoggiarlo pressapoco come fa Audrey Hepburn col suo little black dress in Colazione da Tiffay7. Così, per tutte queste ragioni (e sicuramente molte altre) il tasso è indubitabilmente grande amico dell’uomo. È amico fidato, generoso, esclusivo. Ci onora nella presenza, ci è fedele nella lontanza, ci aiuta nel bisogno. La sua eroica lealtà ci fa volare ai tempi mitici di Eurialo e Niso, di Patroclo e Achille. Ci stupisce che non stia davanti al cane nella classifica degli amici dell’uomo. Lo vorremmo anzi nostro amico del cuore. E sarebbe un errore fatale. Perchè il tasso è in realtà un Giuda traditore. Capitolo terzo In quale si getta luce sulla vera natura del tasso. Antico proverbio avverte: «chi sa fingersi amico sarà il peggiore fra i nemici». Più antico di tutti gli antichi proverbi, il tasso ha fatto sua la lezione dal giorno in cui l’uomo ha inventato il giardino. Il tasso è un nemico diabolico e pericolosissimo. Come nel mito il vecchio Proteo mutava sembianza per sedurre innocenti giovinette, così questo mostro, travestito da irresistibile piantina, ammalia i giardinieri di ogni nazione. Alimenta la loro vanità con diaboliche lusinghe e promesse di gloria. Li raggira con trucchi degni di un Houdini. Li spoglia del già scarso intelletto facendoli schiavi inconsapevoli. Il suo fine ultimo è ridurli a un grado di lobotomia tale da condurli a coltivarlo autonomamente propagandolo in milioni di esemplari nel mondo. Qualora si voglia invece fare una cosa intelligente, si vada a visitare uno fra i tanti spettacolari arboreta o pineta sparsi per l’isola, oppure il giardino di Foggy Bottom nel Norfolk, dove sono riunite con gusto colto e decisamente contemporaneo sole conifere (ma con qualche erica...). 6 Anche se noblesse oblige imporrebbe l’uso combinato del tasso irlandese per la creazione di ritmiche, prospettiche processioni. Qualora si voglia invece spingersi oltre, raggiungendo uno standard davvero regale, si renderà necessaria la costruzione di un’area interamente dedicata alla topiaria, naturalmente per mezzo di solo tasso. 7 Durante una distratta visita domenicale in un charity shop ho scovato fra gli scaffali un piccolo libretto umoristico, Yew & Non-Yew di James Bartholomew. Il titolo parafrasa il celebre “U and Not-U” di Alan Ross, lavoro degli anni Venti del secolo scorso, dove U sta per upper-class, con tutto quello che ne può derivare. Ecco un passo di Yew & Not-Yew (traduzione mia): Chiunque voglia piantare una siepe esclusiva ha numerose opzioni. La scelta è vasta. Puoi avere qualsiasi siepe desideri – purchè sia tasso. Praticamente ogni giardino famoso in Inghilterra ha una siepe di tasso. Hidcote ce l’ha. Così Great Dixter, Hatsfield House, Sissinghurst, Holdenby House, Levens Hall (notevole) e molti altri. Barnsley House, Tintinhull e Howick Hall, anche loro ne hanno una. Non è sempre stato così. John Evelyn, celebrato cronista del sedicesimo secolo, diede inizio alla moda. Quantomeno la rivendicò e lo storico di giardino Miles Hadfield gli credette. Evelyn lodò il tasso per “sfidare tutte le fatiche del più rigido inverno”. Lo ammirò per essere sempreverde e bello. Ne raccomandò l’uso per “standards, knots [giardini a nodo], camminate, siepi, etc., [poichè] in tutti questi compiti riesce meravigliosamente bene”. Alla luce di tutte queste qualità,arguì che il tasso è “degno della nostra pazienza”. Ognuno sa cosa egli intendesse con questo: il tasso è orribile, miserabile, penosamente lento nella crescita. Naturalmente, questo ne accresce il prestigio. Una crescita lenta dissuade molta gente dall’iniziare a coltivarlo. Così che siepi di tasso sono sempre rare e sempre vecchie. Questo è il motivo per cui il tasso è sempre molto Yew. È poi vero che ci sono altri tipi di siepi, a parte il tasso, che non recano comunque disonore ad una famiglia. [...]
  • 4. Il tasso vive su questo pianeta da tempi ancestrali e, per quanto ne sappiamo, può raggiungere età quasi millenarie. Come questo non bastasse, ha una tempra arcigna e tenacissima8. È capace di fronteggiare con dura e silenziosa audacia ogni colpo, sia che venga da agenti naturali che per mano umana. Buio plutonico, geli prolungati, venti costieri, attacchi di funghi o parassiti9, tubi di scappamento, polveri sottili, drastiche potature non sono per questo vecchio arcigno e testardo che giochi di bambini. Grazie a tutte queste belle qualità il tasso è già riuscito a colonizzare l’intero emisfero settentrionale, piazzando qualche bandierina anche nel Centro America e nelle Filippine. Non vi è alcun dubbio che, aiutato da qualche zelante botanico, stia studiando qualcosa per le regioni temperate dell’emisfero australe. Naturalmente prospera in tutti i tipi di terreno, sebbene abbia una speciale preferenza per quelli gessosi e ben drenati. Uno dei pochi mezzi a disposizione per fermarlo è trapiantarlo il prima possibile in una zona paludosa con forti ristagni d’acqua. Ogni speranza è invece perduta quando i semi trovano aree umide altopianeggianti e di bassa collina, suo habitat prediletto10. In natura si presenta come un albero solitario più largo che alto, dal portamento tondeggiante e molto fitto. Proprio questa densità interna, insieme alla diabolica capacità di rigenerarsi anche dalle più severe mutilazioni, lo hanno reso celebre come pianta siepabile. In realtà si tratta di un inganno studiato per compiacere la vanità dei giardinieri11. I deliziosi e compatti piccoli tassi che vediamo nei vivai si traformeranno col tempo (e più velocemente di quanto comunemente si creda12) in un nudo e disordinato ammasso di rami e di aghi. Portarsi a casa una di quelle piantine equivale a comprare un cucciolo di pantera pensandolo un gatto certosino. Il bel colore rossastro della corteccia è un altro sottile tranello. Presto il tronco si farà grigio, moltiplicandosi malvagiamente in un basso e abominevole ammasso di legno. Il tasso è infatti una creatura a carattere policormico. Solo il suono orripilante del nome dovrebbe suggerire l’acquisto di una motosega da abbattimento. Si tratta della tendenza che i butti alla base del tronco hanno ad unirsi a questo, assumendo così le sembianze di una fusione tentacolare di più tronchi o, se preferite, di un incubo uscito dalla matita di H.R. Giger. Inoltre, come una serpe con le sue squame, la corteccia del tasso ha la detestabile abitudine di sfogliarsi di placche larghe e sottili, cambiando infidamente pelle nel corso delle stagioni. 8 Crescita lenta, longevità, estrema tenacia, prevalente diffusione nell’emisfero nord sono caratteristiche comuni a molte gimnosperme. Seppur considerate dalla biologia ufficiale piante “meno evolute” delle angiosperme, che le sono succedute nella storia dell’evoluzione, le conifere restano i dinosauri viventi del regno vegetale, affascinanti giganti e testimoni di ere remote. 9 Sono segnalate due malattie fogliarie (Sphaerulina taxi e Macrophoma taxi). Fra gli insetti solo Oligrotophus taxi, che procude una piccola vescica a forma di carciofo nei rami terminali, quindi una larva rossastra, può recare qualche sporadico fastidio, ma solo nelle zone dove il clima è mite. Attacchi fungini si riscontrano solo fra gli esemplari più vecchi e indeboliti. Tutte queste patologie sono purtroppo rarissime e di efficacia irrisoria. Tuttavia negli ultimi anni si è accesa una speranza: il parassita Lecanium corni crudum sembra poter dare noie anche piuttosto serie al tasso. 10 Lo stato di gioia perversa che raggiunge un tasso in simile ambiente è ben describile con la locuzione idiomatica della lingua inglese «like a pig rolling in the shit». Non sarà proprio English of the Queen, ma rende. 11 Pare che la pianta non solo non soffra le potature, ma ne guadagni nuove forze. Dal momento che è quasi impossibile ammazzarla, non esistono periodi migliori o peggiori per i tagli. Tuttavia al giardiniere si consiglierà di riservare una severa potatura per la fine dell’estate o inizio autunno, e magari un secondo taglio più leggero in primavera. Quando si pota, è importante allontanare gli animali e asportare subito i tagli dal prato per evitare rischi di avvelenamenti. 12 Una volta stabilizzato e in condizioni ambientali favorevoli, il tasso cresce tra i quindici e trenta centimetri all’anno.
  • 5. Le foglie sono coriacee e lineari. Leggermente arcuate, si piegano a volte quasi a dar forma a una falce (strumento la cui simbologia dovrebbe far riflettere). Si inseriscono quindi sui rami in doppia fila spiraliforme, come i gradini della scala di Chambord. Le pagine fogliari hanno naturalmente anch’esse una doppia faccia: superiormente sono lucide e di colore verde scuro, inferiormente più chiare e ruvide. Il tasso è un essere dioico, presenta cioè individui con sessi separati, anche se ormai è accertato che esistono non solo piante con porzioni di entrambi i sessi, ma che la stessa pianta può anche cambiare sesso più volte nel corso della vita13. Alla luce di queste scoperte, è ormai chiaro che solo un pazzo (o un giardiniere che, a ben guardare, non è che un pazzo) potrebbe pensare di fare affidamento su una simile creatura. I fiori maschili sono tondeggianti e contengono una mezza dozzina di anteri gialliastri. Si trovano in febbraio e marzo nella parte inferiore dei rami. I fiori femminili maturano successivamente. Sono quegli arilli arillocarpici simili a bacche rosse che il giardiniere ingenuamente pensa siano frutti, rallegrandosene compiaciuto14. Colorem habent, substantiam vero alteram. Queste bacche (che bacche non sono) sono il supremo inganno del tasso, emblema stesso della sua natura menzognera. Sono lo strategemma sviluppato dalla pianta per abbindolare non solo i giardinieri, ma tutto il creato. Sono insomma lo strumento attraverso il quale il mostro propaga se stesso per il mondo. Capitolo quarto Timeo taxos et dona ferentes, ovvero delle due vie traverso cui la creatura manda i suoi figli per il Mondo. Anche il lettore più distratto avrà a questo punto indovinato che il tasso è pianta altamente tossica15. È sufficiente l’ingestione di un rametto per avere effetti potenzialmente mortali. Ogni sua parte è velenifera, eccetto il fiore femminile16. Quest’attraente rossa bacca carnosa a forma di campana e contenente un unico seme non è altro che il cavallo di Troia dentro al quale il tasso cela se stesso. In tal modo, rendendo innocua e appettibile una sua parte, quest’essere letale trova il modo di riprodursi. Gli uccelli, che insieme ai giardinieri sono i fantocci di cui egli si serve, sono attirati dalle bacche come Adamo ed Eva lo furono dalle mele dell’albero proibito17. Inconsapevoli, se ne 13 La dottrina scientifica non ha ancora spiegato l’esatto funzionamento e scopo di tali sovrumane variazioni genetiche. Si suppone che possano essere correlabili a un’influenza della componente ambientale o al vigore stesso delle piante. 14 In realtà il tasso,essendo una gimnosperma (a nozze manifeste), non produce frutti. 15 Fior fiore di studiosi hanno studiato la tossicità della pianta, portata da due alcaloidi noti sotto il nome di taxina A e taxina B. I sintomi compaiono da una mezzora a tre ore dall’ingestione e sono nausea, vomito, dolori addominali, aritmie, cefalea, vertigini, convulsioni e coma. Il modus mortis è l’arresto cardiaco. Nel suo bel lavoro sugli alberi e arbusti delle isole britanniche, William Jackson Bean dimostra di essere un connoisseur attento e credibile. Egli afferma di aver visto animali nutrirsi delle bacche senza nuocerne, ma (al contrario di molti colleghi giardinieri) non è tanto sciocco da sottovalutare la cosa e studia con attenzione, sperimentando anche sulla sua persona le parti della pianta. Dopo essere miracolosamente sopravvissuto, Mr. Bean può arrivare alle seguenti conclusioni: la tossicità attecchisce su certi stomaci più di altri e soprattutto se a digiuno. Le foglie sono più velenose quando appassite e fattesi giallastre. Gli individui maschi sono più velenosi di quelli femminili. Il tenore della tossina varia col variare della stagione, aumentando in inverno e diminuendo in primavera. Il tasso canadese e himalayano non sono tossici. 16 La polpa è innocua e commestibile. Ha un gusto zuccherino e mucillaginoso che può essere di gradimento ad alcuni, ma troppo insipido per piacere a tutti. L’ho provata personalmente e trovo che abbia un sapore simile ai frutti di melograno. 17 Ancora una volta, il tasso ricorre a un trucco subdolo e meschino. Essendo l’avifauna maggiormente attirata dai frutti rossi, egli colora appositamente le sue bacche per attirare il maggior numero di individui possibile.
  • 6. cibano a profusione e ne digeriscono la polpa, mentre i semi attraversano intatti il processo digestivo e, espulsi, si insediano nelle viscere del terreno18. Questa diabolica macchinazione non dovrebbe stupire, ora che è stata fatta luce sulla vera natura della bestia. Ma forse stupirà scoprire che questa cosa, questa creatura abominevole che chiamavamo tasso e pensavamo essere una pianta ornamentale, ha sviluppato un secondo, forse più terribile modo per auto-rigenerarsi. Arrivato al limite della propria vita centenaria, lacerato ma non sconfitto dall’instancabile sacrificio delle stagioni, il tasso può infatti trovare un’ultima via per clonare se stesso. Lentamente, la pianta esausta si accascia e le sue ultime propaggini toccano il suolo. Mentre nel tronco la vita si spegne, le linfe diaboliche si spingono ai rami, ora a contatto col terreno. Come vermi alla ricerca di nutrimento, i rami si interrano e si fanno radici avventizie e quindi nuovi germogli, cloni perfetti e moltiplicati della madre. Frattanto, dalla ceppaia ormai morta un potere che si credeva estinto ricaccia nuovi getti lungo il fusto. Questi figli dell’Ade si anastomizzano tra loro, avilluppando il tronco di una nuova vita, in forma antica19. Come se questo non bastasse, nel corso della sua storia più recente il tasso ha saputo trovare un umile ma utilissimo servitore. Si tratta del giardiniere. Con le tecniche che abbiamo descritto, questa creatura proteiforme ha preso le sembianze di un’innocua pianta da giardino. Ha saputo fingere ammaestrabilità e buona educazione. Ha convinto i giardinieri di tutto il mondo a sviluppare nuove tecniche per coltivarla. Ha così trovato una terza via per riprodursi. Capitolo quinto La terza via, ovvero della propagazione manu agricolae. Convinti della bontà dell’impresa e sospinti dallo zelo che li caratterizza, i giardinieri si sono messi al lavoro. Oggi, grazie al loro sacrificio, l’umanità ha sviluppato una disciplina che, per i metodi di cui si serve e i fini a cui tende, si pone tra il codice deotologico di un schiavo dell’antico Egitto e un rituale alchemico di magia nera. Questa disciplina è comunemente nota sotto il nome di propagazione. Non ha nulla a che vedere con un procedimento su base scientifica poichè non è misurabile e controllabile con linguaggio e mezzi prettamente umani. Serve al tasso e solo al tasso. Il fine ultimo è il soddisfacimento dell’egoistica sete di vita della pianta. Fra gli uccelli maggiormente responsabili della dispersione vi sono: la tordela (Turdus viscivorus), il tordo bottaccio (Turdus philomelos), il merlo (Turdus merula), il pettirosso (Erithacus rubecula), la capinera (Sylvia atricapilla), il picchio muratore (Sitta europaea), la cianciallegra (Parus major), la cianciarella (Parus caeruleus), la cincia bigia (Parus palustris) e il picchio verde (Picus viridis). 18 È questa la prima e più importante via riproduttiva del tasso. Per la biologia è un tipo di riproduzione gamica, nella fattispecie ornitogama. Il tasso è quindi una pianta zoofila, che attira l’avifauna e se ne serve per disperdere i suoi semi. Senza l’inconsapevole collaborazione degli animali, gli arilli cadrebbero al suolo senza poter svilupparsi per la mancanza di luce e la concorrenza con la pianta madre per i nutrimenti del terreno. Questo tipo di disseminazione è comune a numerose specie di origine arctoterziaria come il bagolaro (Celtis australis), l’alloro (Laurus nobilis), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il dafne (Daphne ssp.). 19 È questa la seconda via riproduttiva del tasso. Per la biologia è un tipo di riproduzione agamica (o vegetale, ma impropriamente, poichè non esclusiva delle sole piante). È un meccanismo meno complesso biologicamente ma che, generando cloni perfetti, ha il vantaggio di sviluppare individui eventualmente favoriti qualora condizioni ambientali favorevoli non mutino. Per questo motivo il tasso ha buone possibilità di sopravvivere in una foresta vetusta dove avviene lo schianto di vecchi individui o la caduta di grosse branche.
  • 7. La propagazione dispone di tecniche diverse, come diversa e multiforme è la natura del tasso. È possibile propagare per seme, per talea, per innesto o per .....20. Proverò ora a suggerire un metodo per via taleare, sforzandomi di trovare le parole per tradurre in linguaggio umano i modi del funzionamento di una vita vegetale. Capitolo sesto La propagazione per taleaggio di Taxus baccata L. in ambiente freddo. Premessa. Scelta del materiale. Attrezzatura. Ambiente di propagazione. Travaso e messa a dimora. Considerazione. Premessa Prima di parlare specificamente del tasso, accennerò ad alcuni dei principi base del taleaggio, indicando tre presupposti generali e sempre validi. I primi due presupposti riguardano la scelta del materiale. Il terzo, l’ambiente dove ha luogo la propagazione. 1) Quale pianta scegliere e quali parti di essa. Le talee vanno prese da piante e rami giovani. Il taleaggio sfrutta la capacità della pianta di riprodursi per via vegetativa e va quindi effettuato nel momento in cui questa capacità è massima. Questo momento è precedente alla comparsa dei fiori e dei frutti sulla pianta, quando la pianta non è sessualmente matura21. Questo è anche il motivo per cui, qualora si preveda di far talee, è buona norma potare periodicamente. Così facendo si constringe la pianta a “ricominciare da capo”, buttando nuove parti dalla maggiore capacità vegetativa. Le talee cosiddette di punta sono in assoluto le migliori. Sono quelle talee prese dall’estremità dei rami leader dove l’ormone radicante della pianta è elevatissimo22. Infine il taleaggio da una cultivar ha minore possibilità di successo di quello da pianta rustica, poichè le varietà coltivate hanno minor capacità vegetativa. 2) In che periodo dell’anno prendere le talee. Conifere e sempreverdi si propagano con talee semi-legnose. Esistono due tipi fondamentali di talea: erbacee e legnose o semi-legnose. Di norma le prime vengono operate su piante annuali, biannuali o a foglia caduca, le seconde su perenni sempreverdi (conifere incluse). Naturalmente ci sono le eccezioni, così moltissime piante dell’uno o dell’altro gruppo accettano benissimo entrambi i tipi di taleaggio. Rispetto alle talee erbacee, quelle legnose o semilegnose vengono operate in stagione più avanzata, fra agosto e/o settembre23. Proprio per questo motivo vengono anche chiamate talee agostate24. 20 Non parlerò in questa sede della propagazione per seme e per innesto. Maggior spazio, sforzi ed esperienze sarebbero necessarie. Dirò solamente che la propagazione per talea si differenzia dalle altre in quanto produce cloni perfetti, completamente uguali alla pianta madre da cui si preleva il materiale. È interessante inoltre sapere che un seme di tasso impiega in media fino a due anni dalla messa a dimora per germinare, pertanto, le piante che si vedono in commercio sono principalmente ottenute da talee o innesti. 21 Entrando in fase adulta, le piante (così come le singole parti di esse) iniziano a concentrarsi sullo sviluppo degli organizi di riproduzione sessuata, i fiori. Così facendo, la capacità di riprodursi vegetativamente diminuisce. Si tratta di una scelta consapevole della pianta, che concentra deliberatamente le sue energie in un tipo di riproduzione più evoluto e differenziato. 22 Le talee di punta sono le uniche possibili per le specie di difficile propagazione come Rhododendron, Pittosporum Garrya, Rhamnus, Fremontodendron, Escallonia bifida. 23 Così David Hide su The Garden dell’aprile 2005 (traduzione di Mariangela Barbiero):
  • 8. 3) Che tipo di ambiente favorisce la radicazione. Controllo ambientale in vitro La radicazione delle talee può avvenire solamente se le condizioni ambientali sono favorevoli. Per ottenerle è necessario controllare in modo adeguato25 l’interelazione fra temperatura, luce, umidità, ossigeno e diossido di carbonio. Nella pratica questo significa universalmente: meno perdita idrica possibile della pianta; temperatura fresca dell’aria; suolo tiepido senza reazioni del ph di partenza; buon drenaggio del terreno; luce adeguata per l’attività di fotosintesi. Nel momento in cui si sceglie il tipo di ambiente per la propagazione si hanno due strade fondamentali. Ambiente freddo e ambiente riscaldato. Il primo metodo è più facile ma più lento, il secondo più veloce ma più impegnativo. È bene però tenere a mente che l’ultima parola nella scelta non spetta all’uomo ma alla pianta. È la valutazione del tipo di pianta e delle sue esigenze (non delle nostre) a determinare il tipo di serra in cui si andrà a propagare26. Molte piante sia decidue che sempreverdi possono essere riprodotte anche con talee legnose, cioè di materiale più duro, dunque vecchio. Più è duro il materiale della talea, più aumenta il tempo di emissione delle radici ma si riduce in cambio il grado di complessità necessario al mantenimento di un idoneo ambiente di radizione (le talee erbacee, tipiche di arbusti decidui, vanno nebulizzate e tenute più umide). 24 Effettivamente, le fonti da me consultate concordano con la regola generale per le semi-legnose. Questo l’elenco delle fonti: Sander’s Encyclopedia (settembre). Johnson’s Gardener’s Dictionary (aprile e agosto). Nuova (1949) enciclopedia illustrata di Richard Sudell (luglio e agosto). Dizionario RHS di giardinaggio, seconda edizione in quattro tomi (agosto). Trees and Shrubs Hardy in the British Isles, in tre autorevoli tomi, by Mr. Bean (fine luglio, agosto). Primo libro generico della biblioteca di Newport (tale estive o autunnali). Secondo libro generico della biblioteca di Newport (inizio-metà autunno). Terzo libro generico della biblioteca di Newport (fine estate). Manuale RHS di propagazioni, nella libreria a Osborne House (anno nuovo, dopo che la pianta madre ha ricevuto il primo gelo). Altro manuale di propagazioni, sempre libreria a Osborne House (fine autunno, inizio inverno). Ancora manuale di propagazioni, stesso scaffale a Osborne House (settembre). Ennesimo manuale di propagazioni, stesso scaffale (aprile e agosto). The Home Gardening Encyclopaedia, Paerson (settembre). Stefan Buczacki’s Plant Dictionary (tale semilegnose in primavera e legnose in autunno). Fanno dodici mesi, con agosto e settembre in leggero vantaggio. 25 Ho scritto in modo adeguato poichè, nella propagazione, non esistono leggi che quatifichino in modo assoluto i tempi e le modalità. È possibile comprendere le esigenze della pianta o la condizione di un particolare ambiente, ma il successo deriva della capacità di trasferire queste conoscenze nella pratica e di interpretare questi aspetti in relazione a una condizione che continuamente, seppur impercettibilmente, cambia. Avere “il pollice verde” significa possedere (anche) questa capacità. 26 D. Hide, op. cit.: Fornendo alle talee un terreno più caldo della temperatura dell'aria (piedi al caldo testa al fresco), i processi biochimichi di radicazione si accelerano.Una temperatura eccessiva dell'aria è spesso l'effetto di alti livelli di luminosità, con conseguente riduzione dell'umidità ambientale e aumento del tasso di evaporazione (perdita di umidità delle talee). In casi estremi, si può arrivare all'appassimento e alla morte. Si può ovviare con l'ombreggiamento,tuttavia sempre tenendo presente che la luce è indispensabile alla fotosintesi clorofilliana, che provvede a far fronte alle limitate riserve di sostanze nutritive presenti nelle talee, stimolando nel contempo il processo di radicazione. L'acqua mantiene turgida la talea e veicola le sostanze nutritive, ossigeno e diossido di carbonio, assolutamente vitali per la crescita della pianta. L'eccesso di diossido di carbonio però spesso limita il processo di fotosintesi, per cui può essere d'aiuto un sistema di ventilazione che crei movimento d'aria... tuttavia un eccesso di ventilazione riduce l'umidità. Le radici hanno anche bisogno di ossigeno, pertanto le percentuali di successo possono aumentare aggiungendo perlite o corteccia al substrato di radicazione,che risulterà meglio aerato. Se però nel substrato c'è un eccesso di umidità, le talee marciranno anche se tutti gli altri fattori sono ottimali. In estate, di solito, la considerazione primaria è il mantenimento di un'alta umidità, particolarmente se si tratta di talee di alberi e arbusti decidui a foglia larga. Per la maggior parte delle piante l'ambiente più appropriato per la radicazione abbina alti livelli di luce e umidità alla nebulizzazione intermittente del fogliame. Ciò previene l'appassimento, incoraggia la produzione di sostanze nutritive e mantiene le talee fresche poiché fa evaporare l'umidità dal fogliame.
  • 9. Scelta del materiale Per il tasso, prenderei talee della lunghezza di 10/13 centimetri. Con le mano, si scalzano le foglie alla base del ramo, per circa un terzo della lunghezza totale. La propagazione del tasso funziona particolarmente bene con talee al tallone (heel cuttings). Queste sostanzialmente includono alla base del taglio una piccola sezione (linguetta) del ramo dell’anno precedente27. Per ottenerle occorre sfogliare a mano il ramo laterale dal ramo leader (che è il migliore e si tiene per la talea di punta). Con un coltello affilatissimo si rifila il tallone accorciandolo in modo che non superi e 4/5 millimetri di lunghezza. Si mette a contatto il tallone con un ormone radicante e quindi si interra. La letteratura non è concorde sulle zone dove è meglio prendere le talee: se fra i rami alti o bassi. L’opinione più comunemente diffusa è che siano da preferire i rami alti. Secondo altre fonti le talee prese vicino al coletto possano avere più successo28. Nel dubbio, prenderei le talee da diverse posizioni, registrando e verificando i risultati successivamente. Attezzatura Questa è una lista dell’attrezzatura necessaria alla propagazione del tasso in un ambiente freddo. Le modalità d’uso sono approfondite nella sezione successiva. Cesoie. Vanno usate cesoie da potatura, non a battuta. Borse di plastica. Servono alla raccolta e trasporto del materiale. La plastica è preferibile perchè mantiene l’umidità e impedisce la disidratazione delle talle. Tavolo da lavoro. È fondamentale che abbia altezza, dimensioni e illuminazione che permettano di lavorare a lungo e in comodità. Coltello. Serve per rifinire i tagli (fondamentale per le talee al tallone). La lama deve sarà dritta e affilattissima. Meglio se in acciaio inossidabile e sterilizzato prima dell’uso. Per talee al tallone o di legno particolarmente giovane è comoda anche una lametta da barba. Ormone radicante. Usare 0,8% IBA. Terreno. Usare una miscela ½ compost + ½ sabbia. Paletta. Abbastanza larga e profonda da mischiare bene il terreno. Cannuccia rigida. Una qualsiasi asticella rigida che abbia stesso diametro delle talee. È uno strumento la cui utilità non è da sottovalutare (soprattutto con le talee erbacee o al tallone) perchè atto ad “aprire la strada” nel terreno. Ambiente di propagazione. Ambiente freddo (cold frame o tunnel rivestito in polietilene.) Quaderno ed etichette. Per prendere nota delle date e degli eventuali esperimenti. Attrezzature come serrette riscaldate, cassoni freddi, tappettini di riscaldamento elettrico, unità di nebulizzazione possono essere d'aiuto, particolarmente con specie di difficile radicazione, ma i soggetti più facili radicano con successo anche in cassoni non riscaldati o solo riparati da un foglio di plastica trasparente appoggiato su una piccola intelaiatura di filo di ferro infilata nel vaso e fissato (il foglio di plastica) con uno spaghetto sotto il bordo del vaso. Una regolare nebulizzazione manuale con uno spruzzino può essere altrettanto efficace di una costosa unità di nebulizzazione automatica. 27 Questo legno più duro ha meno probabilità di marcire e contiene livelli più alti di ormoni radicanti. Se usata correttamente, la talea al tallone può aumentare notevolmente la percentuale di successo del taleaggio. Nel caso si disponga di legni particolarmente duri o di piante di difficile taleaggio, si può ricorrere a talee per incisione (wounding stem cutting), tuttavia, nel caso del tasso, penso non sia necessario. 28 Pare che getti cresciuti in ombra ed eziolati (alti ed esili perchè alla ricerca di luce) possano avere più successo perchè, essendo più sottili, possono dedicare maggior energia alla generazione di nuove radici.
  • 10. Ambiente di propagazione Nella scelta dell’ambiente di propagazione le regole generali del controllo ambientale vanno sommate alla valutazione delle esigenze particolari della pianta da propagare. Da tutto quello che si è detto, il tasso: è una pianta sempreverde assai tenace, ama l’ambiente umido ma non sopporta ristagni idrici, può stare in mezz’ombra, prospera in terreni gessosi. Considero adeguato un taleaggio in ambiente freddo29. Serra fredda Considerato il temperamento del tasso, non è necessario propagare in ambiente riscaldato o nebulizzato. Un cold frame o un tunnel rivestito in polietilene saranno sufficienti. Qualora si voglia ottenenere un numero elevato di piante eviterei vasi o vassoi e alloggerei tutto in cold frame già riempito di terra. Nel caso si usino i contenitori, assicurarsi che siano molto ma molto drenanti. Terreno Miscela in parti uguali di compost e sabbia. Per le talee spesso si usa torba in luogo del compost ma nel caso del tasso eviterei: la torba ha ottima capacità di mantenere l’umidità ma rispetto al compost è meno drenante e reidratable (oltre a essere più costosa e scorretta da un punto di vista ecologico). Preparare la miscela in questo modo. Aprire la confezione e stendere tutto il compost sul tavolo da lavoro. Polverizzare fra le mani tutti gli eventuali cumuli o balocchi di terra (ottimizzando così l’areazione del terreno che si va a formare). Stendere anche la sabbia e mescolarla bene al compost servendosi di una paletta. Non è necessario concimare. Qualora si debba sospendere il lavoro o parte del terreno rimanga temporaneamente inutilizzata sul tavolo, coprirla con un telo di plastica in modo che non disperda l’umidità. Ormone radicante Con talee di legno semi-legnoso è consigliabile usare un prodotto che aiuti la radicazione. Per questo tipo di talee lo standard è un ormone radicante del tipo 0,8 IBA in talc. In commercio esistono prodotti in polvere e in soluzione liquida. Se si usano prodotti in polvere, le misure indicate vanno rispettate scrupolosamente. Esistono prodotti con fungicida incluso ma nel caso del tasso penso non siano fondamentali. Per prodotti in soluzione liquida: preparare la soluzione secondo le istruzioni usando acqua sterile o almeno riposata, in modo che si demineralizzi. Immergere a lungo la base della talea. Per prodotti in polvere: portare una dose della confezione in un piattino, in modo da non contaminare tutto il prodotto. Bagnare la base della talea (sempre usando acqua sterilizzata o riposata) in modo da facilitare la presa della polvere al ramo. È importantissimo mettere a contatto l’ormone radicante solamente con la parte ferita della talea: spingendo tutto il ramo, la polvere creerebbe problemi alle radici una volta uscite. Acqua È importante sia per l’evaporazione interna della serra che per la turgidità del suolo e delle radici. Usare acqua tiepida e magari piovana. Consiglierei di tenere una tanica sempre piena in ambiente non più freddo di quello interno alla serra. Innaffiare a pioggia, non in modo eccessivo (orientativamente una volta alla settimana, ma sempre considerando anche il clima esterno). Luce Meglio posizionare la serra a sud o a est. Doterei l’ambiente di una copertura in vetro, con a disposizione sempre anche un telo di plastica oscurante. Nei giorni estivi di gran caldo è importante non sovraesporre l’ambiente ai raggi solari e aprire all’areazione. Tenere sempre a mente che il tasso può stare felicemente in mezz’ombra. 29 Questo metodo non è il solo nè il più professionale. Ma, oltre ad essere di grande praticità, è sicuramente sufficiente per avere successo con il tasso.
  • 11. Aria Germogli e talee mal sopportano troppa aria di fessura e correnti fredde. Travaso e messa a dimora Dopo che le piante avranno iniziato a radicare (poco meno di un anno, se si propaga in ambiente freddo) è possibile il rivanso. In questa fase vanno mantenuti tutti gli accorgimenti usati in precedenza ma è necessario anche concimare. Usare un concime radicante non fogliare, seguendo le dosi indicate sulla confezione. Usare concimi liquidi, a rilascio immediato. Vanno versati vicino allo strato di terra (in modo da non indurirla) ed evitando che le foglie si bagnino. Quanto alla messa a dimora in ambiente esterno, si assume che le conifere possono essere messe a dimora in ogni periodo dell’anno. Il periodo migliore è da inizio autunno a fine primavera. Rimandare l’operazione qualora si abbiano condizioni ambientali limite come siccità prolungata, suolo congelato o troppo umido (il tasso non sopporta stare seduto sul bagnato). Ventiquattro ore prima di piantare è bene immergere il pane di terra in acqua per qualche minuto; quindi lasciare scolare. Considerazione Il metodo che ho suggerito è stato assemblato attraverso pagine di manuali e consigli di colleghi giardinieri. Ma le mani sono ancora troppo pulite per essere credibili. Non si può pensare di saper fare una Sacher leggendo la ricetta. Nè, tantomeno, scrivere una ricetta senza aver mai provato a fare una torta. Quello che voglio dire è che il metodo andrà verificato nella pratica e queste pagine saranno da rivedere (magari dopo essersi lavati le mani).
  • 12. Meles meles, ovvero il tasso-animale Taxus baccata, ovvero il tasso-pianta
  • 13. Taxus baccata sub specie humanitatis Taxus baccata sub specie naturae
  • 14. Il merlo, uno dei principali indagati responsabili della prima via di riproduzione Le radici avventizie, il mezzo preposto per la seconda via riproduzione (qui nel caso limite del Ficus magnol) Il giardiniere, unico colpevole della terza via di riproduzione (qui in postura da lavoro)
  • 15. Semi di tasso I frutti sono propriamente arilli, parti esterne del seme I semi sono duri e molto velenosi; possono impiegare fino a due anni per germinare Cold frame artigianale (manca la copertura che può essere in vetro o materiale plastico) Tunnel (rivestito in polietilene) Talea al tallone, o heel cutting (ancora da rifilare) Talea radicata dopo qualche mese in serra
  • 16. Pottering shed a Osbone House (tavolo alla giusta altezza) Vassoio per cuttings (notare l’alto drenaggio delle celle) Larga paletta (per raccogliere e mescolare il terreno) Spazzola (per la pulizia del piano da lavoro) Innaffiatoio (la rosetta è rivolta in alto quando si innaffiano plantulae e cuttings) Telo in iuta e plastica (la plastica trattiene l’umidità nel terreno)