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Gruppo Micologico  "T. Pocorobba"

Appunti sulle Micocenosi delle Aree Forestali della Provincia di Trapani

Bosco di Scorace, territorio del Comune di Buseto Palizzolo

 

Russula monspeliensis var. monspeliensis Sarnari


Russula monspelliensis 1. Premessa                                    

Questo articolo ha per oggetto un taxon appartenente al Genere Russula, che si accompagna alle cormofite sempreverdi dei boschi mediterranei compresi nel territorio Trapanese, il quale si configura come limite estremo della Sicilia verso ponente. Prima di entrare nel merito dell’argomento, ritengo sia opportuno tracciare sommariamente il profilo fitocenotico del complesso forestale denominato “Bosco di Scorace” (comprensorio territoriale del comune di Buseto Palizzolo), al fine di delinearne le caratteristiche precipue.

2. Profilo fitocenotico del Bosco di Scorace
Scorace, sebbene di non grandissima estensione, rappresenta il sughereto posto più a ovest della Sicilia tutta; consta di una copertura arborea in cui domina Quercus suber (sughera), con esigue interpolazioni di Quercus pubescescens s.l. (roverella), alla quale si affianca una Arecaceae mediterranea di gariga, ovveroChamaerops humilis (palma nana).
Detto per inciso, una simile consorzialità (sughera e palma nana) dovrebbe rivestire notevole interesse botanico, dato che formazioni analoghe sono espresse altrove, solo nell’areale magrebino; a questa si accompagna una frazione alto e basso-arbustiva che annovera essenze, le più salienti delle quali sono Arbutus unedo(corbezzolo), Phillirea angustifolia (Fillirea), Pistacia lentiscus(lentisco), Erica arborea (scopa da ciocco), Calicotome villosa(ginestra spinosa), Cytisus vulgaris (citiso), Lonicera implexa(caprifoglio di macchia), Smilax aspera (salsapariglia), Ruscus aculeatus (pungitopo), inoltre, nelle zone limitali della copertura arborea o negli spazi di radura, Cistus salvifolius (cisto femmina) sviluppa dense colonie monospecifiche.

3. Habitat
Attraverso questo contributo, intendo segnalare, per il Bosco di Scorace, la presenza di Russula monspeliensis var. monspeliensis Sarnari, con lo scopo sia di aggiungere un ulteriore distretto alla mappatura delle aree dove la si può rivenire, nonché di ampliare il quadro ecologico ad essa relativo, documentando il legame simbiotico che questa bella specie è in grado di instaurare con un’essenza che le dovrebbe essere poco congeniale (vedremo subito dopo di cosa si tratta).
Dalle notizie che si possono attingere consultando la bibliografia specialistica, Russula monspeliensis viene indicata quale micobionte vincolato strettamente a Cistus monspeliensis. E’ reperibile in stazioni laddove esso graviti sia ai margini dei sughereti che tra le aperte pinete mediterranee, preferendo comunque quale habitat elettivo la garica pura, più precisamente la cenosi vegetale che Fitosociologicamente appartiene alla Classe Cisto-Lavanduletea stoechas (syntaxon che comprende consorzi vegetazionali formati dalla commistione di Cistus sp., nella fattispecie C. monspeliensis, e Lavandula stoechas).
A Scorace tuttavia, ho potuto constatare, che il taxon in esame è ospitato esclusivamente nelle formazioni di Cistus salvifolius (C. monspeliensis è del tutto assente dal paesaggio vegetazionale del luogo), ambienti all’interno dei quali, nelle annate favorevoli, è facile osservarne gli sporofori.
Quanto ho avuto opportunità di rilevare personalmente, in molti anni di prospezioni condotte nel biotopo in oggetto, sembra suggerire che Russula monspeliensis possieda una gamma di opzioni micorriziche più ampia rispetto a quelle registrate, tanto da estenderle, come appena visto, anche al già menzionato C. salvifolius. 
Tale eventualità, ancorchè considerata remota, sembra nondimeno individuabile in ciò che Sarnari stesso espone, in coda alla scheda che tratta della specie in questione riguardo all’habitat da questa frequentato (riportato a pag. 306 del 1° tomo, nella sua monografia sulle Russule, che cito testualmente: “Ritrovata una sola volta in compagnia di Cistus salvifolius“).
Infine, per concludere un breve cenno circa la plasticità di legame simbiotico esprimibile da questa specie.
Si potrebbe dedurre, desumendolo dalla letteratura specialistica, che Russula monspeliensis sia dotata di un corredo di soluzioni micorrizogene tali da travalicare il rapporto esclusivo con i Cisti, potendo vicariare i fitobionti preferenziali, (naturalmente ove essi manchino), con essenze di “ripiego” alle quali aggregarsi.
Infatti ne è stata documentata la crescita perfino “in aree di bosco fitto e ombreggiato, particolarmente ricche di Erica arborea” (come puntualmente circostanziato dal Dr. Sarnari nel già citato 1° tomo della monografia sul Genere Russula, Capitolo sulla Cenologia: - Il cisteto- pagg- 70 e 71), quindi in connubi atipici per tale taxon.
Eccettuata quindi la discordanza ecologica commentata, il taxon in discussione, rinvenibile nel bosco busetano, risulta conforme alla tipologia morfo-cromatica, macrochimica e microscopica, delineata assai particolareggiatamente e con efficacia dal suo creatore.
Russula monspeliensis var. monspeliensis, è dunque a chiare lettere una delle molteplici specie satellite delle cenosi a sclerofille sempreverdi, classiche dell’areale mediterraneo, con una spiccata specializzazione micorrizica indirizzata alle formazioni di gariga nelle quali dominino i Cisti e una marcata disposizione per i suoli a matrice siliceo-sabbiosa con pH acido.


4. Aspetto fenologico
Per quanto riguarda l’aspetto fenologico, almeno secondo la mia esperienza, Russula monspeliensis sviluppa le proprie strutture riproduttive (chiaramente in condizioni eco-climatiche ottimali), già a partire dai primi giorni del mese di Ottobre, con un picco di produttività che va dalla prima metà alla fine del mese, per scemare via via, fino a cessare, entro la prima decade di Novembre; l’ambiente di attecchimento ed il periodo di fruttificazione ne indicano senza dubbio alcuno la termofilia.
Essa differenzia basidiomi, di relativamente facile identificazione, laddove si abbia l’accortezza di tenere nel dovuto conto, tanto le coordinate ecologiche quanto quelle morfo-cromatiche che ne sottendono i tratti.
Gli sporofori, sono di consistenza piuttosto soda, nonostante le ridotte dimensioni, valutabili in media attorno ai 4-5 cm. relativamente al diametro del cappello, per un’altezza stipitale più o meno analoga alla precedente.
La cromia della pellicola pileica, spazia dai toni verde chiaro (dopo piogge persistenti) al verde saturo, con zona discale in qualche caso scolorita al crema ocraceo talvolta marezzato di grigio violetto.
L’insieme imenoforale è formato da lame non troppo fitte, di colore biancastro così come il gambo; l’odore che ho percepito, a me personalmente risulta non molto pronunciato, comunque con nota fruttata avvertibile (comparabile all’emanazione olfattiva espressa da Russula globispora) e sapore lievemente piccante dopo prolungata masticazione (gambo e lamelle), il tutto accompagnato da una sporata crema di intensità fluttuante attorno ai gradi IIa-IIc del C.R.

5. Microscopia
L’analisi microscopica rivela in R. monspeliesis var. monspeliensis, un capillizio formato da peli, anche ramificati, di calibro non importante (da 3-3,5 a 4-6 micron), con articoli basali sormontati da terminali ottusi, entrambi di diametro pressoché equipollente, quindi poco differenziati, commisti a numerosissimi dermatocistidi. Il pigmento è del tipo intracellulare con granulazioni verde scuro; le spore, obovoidi, sono densamente ornamentate da verruche isolate, basse e ad apice arrotondato, alle quali se ne mescolano alcune gemellate e altre associate in rare e corte creste a zig zag o in qualche caso da linee piuttosto lunghe ad andamento spezzato, con elementi collegati da sottili connessivi, la tacca sopra ilare è solo pochissimo amiloide in questo caso appena visibile per un fievole ingrigimento o, più spesso, del tutto inamiloide. 

6. Conclusioni
Nel validissimo e moderno modello sistematico elaborato dal Dr. Mauro Sarnari, al quale faccio riferimento, Russula monspeliensis var. monspeliensis, è inquadrata nel Sottogenere Heterophyllidia, Sezione Heterophyllae, Subsezione Griseinae.
Come già discusso, i suddetti caratteri, uniti all’habitat peculiare di questa specie ne dovrebbero consentire un agevole riconoscimento sul campo; entità dai basidiomi cromaticamente simili, reperibili in complessi silvani assimilabili a Scorace, potrebbero essere: prima fra tutte Russula monspeliensis var. sejuncta (Sarnari) Sarnari, anch’essa legata ai Cisti, tuttavia questa varietà presenta corpi fruttiferi un po’ più voluminosi rispetto alla conspecifica, con una cuticola verde oliva vistosamente pruinosa al disco e lacerata all‘orlo in areole irregolari, tale da richiamare Russula anatina (Romagnesi). L’indagine microscopica di questa entità, rivela un’epicute costituita da peli più cospicuamente rigonfi (spessore pari o oltrepassanti i 6 m) rispetto a quelli ravvisabili nel taxon d‘origine.
Russula pseudoaeruginea (Romagnesi) Kuyper & Vuure, altra Griseinae legata a Quercus, rinvenibile nel piano mediterraneo all’interno delle leccete (stando alla letteratura, molto rara nei sughereti), anche in località dove le colonie arboree siano compenetrate dai cisti; è distinguibile da R. monspeliensis var. monspeliensis, per la crescita su suoli a matrice calcarea quindi basici, estranei a quest‘ultima; la taglia più grande e l’odore subnullo oltre che ad un quadro microscopico difforme.
Russula heterophylla (Fries: Fr.) Fries, manifesta dimensioni nettamente maggiori e sporata bianca (Ia C.R.) con una vistosa reazione arancione al contatto con FeSO4.
Russula cyanoxantha (Schaeffer) Fries fo. peltereaui Singer, oltre a raggiungere misure ragguardevoli, possiede notevole consistenza, sporata francamente bianca, cuticola pileica, ancorchè verde, ma di aspetto lubrificato e lamelle di consistenza lardacea. 
Russula monspeliensis, sotto il profilo della commestibilità, risulta essere una specie innocua, comunque di scarsissimo valore. 


7. POSIZIONE TASSONOMICA
Per il presente contributo si è scelto l’inquadramento del taxon nel Genere di appartenenza, contenuto nel modello sistematico elaborato da Mauro Sarnari:
Genere: Russula
Sottogenere: Heterophyllidia
Sezione: Heterophyllae 
Sottosezione: Griseinae
Specie: monspeliensis
Varietà: monspeliensis


8. CARATTERI MORFO-CROMATICI
Cappello
Da 2-3 cm a 4-6 anche oltre (attorno agli 8 cm); tenuto conto delle ridotte dimensioni, di consistenza soda, elastica, più fragile in vecchiaia; a rivoluzione pileica ultimata a contorno più o meno circolare e superficie generalmente non accidentata quindi regolare.
All’esordio fortemente convesso, quindi più disteso con depressione centrale via via più percettibile, infine, a sviluppo ultimato, piano con largo avvallamento discale, che in qualche caso tende ad approfondirsi sensibilmente in modo tale da fare assumere alla struttura pileica una marcata depressione. Orlo di norma regolare, dapprima arrotondato-inflesso, poi più disteso, generalmente unito ma anche striato in vecchiaia ancorchè per un breve segmento, talvolta finemente zigrinato, con margine talvolta vistosamente sinuato lobato, ottuso; cuticola liscia, opaca, separabile per oltre la metà del raggio pileico, sporcata da una tenue traccia di pruinosità nella vallecola discale. Pigmentata uniformemente di verde chiaro, ma anche grigio verde, o verde scuro, qualche volta scolorato al disco di crema ocraceo con qualche fievole marezzatura grigio violacea, o viceversa con area centrale più scura del pigmento di base riscontrabile sulla rimanente superficie del cappello.
Imenoforo 
Lame mediamente fitte (circa 10/12 per centimetro), non inframezzate da lamellule, fragili nella consistenza, cassanti; acute all’altezza del margine, copiosamente forcate in relazione al gambo; basse, sottili, dritte con filo unito, di colore bianco poi crema biancastro con tagliente concolore alle facce; annesse o decorrenti per un breve margine rispetto all’inserzione con lo stipite.
Stipite
Snello, talvolta anche robusto, più o meno della stessa altezza del diametro pileico, per uno spessore variabile dagli 0,8/0,9 cm. fino a circa 1,1/1.3 cm.
Cilindrico, attenuato-arrotondato in basso, talvolta tendente a piegarsi su un lato
(ma non in modo accentuato) verso la base, svasato in alto con pruinosità appena visibile nella zona al disotto delle lamelle (lente), di colore bianco da liscio a rugoloso, con alla base qualche macchia brunastra a maturità; di consistenza soda, poi elastico più cedevole in vecchiaia, comunque con corteccia stipitale più consistente; carne bianca immutabile dapprima compatta poi via via sempre più grumosa.
Sporata
Secondo il codice Romagnesi:"deposito sporale crema oscillante tra i toni IIa e IIc"
Caratteri organolettici
Odore: fruttato (paragonabile all’emanazione di R. globispora)
Sapore: nelle lamelle e nel gambo appena piccante dopo qualche secondo di masticazione (più percettibile se il reperto viene tenuto per circa 60 secondi sulla lingua).
Reazioni macrochimiche
Solfato ferroso (FeSo4): bruno banale
Fenolo: rosa bruno banale 
Analisi microscopica - (Vedasi Allegato A)
Cuticola: epicute di peli ad articoli terminali ottusi o attenuati, mediamente dello spessore di 3-4-5 micron, sostenuti da articoli basali dello stesso calibro o appena più spessi (circa 6 micron), quindi di dimensioni poco differenziate, talvolta ramificati a partire da un articolo di sostegno dal lume intorno ai 7 micron, il tutto frammisto a numerosissimi dermatocistidi monocellulari, allungati, ad apice ottuso o capitulato reagenti al contatto della SBA, che fa loro assumere un colore grigio nerastro, delle dimensioni di 5-8-9 x 40-45 micron.
Imenio: basidi non caratteristici, clavati, tetrasporici, delle dimensioni medie di 40-45-60x10-12 micron; pleurocistidi fusiformi qualcuno appendicolato, a contenuto citoplasmatico reagente alla SBA, in media emergenti dalla loro massa, delle dimensioni medie di 10-14 x 60-70-90 micron.
Spore: micron 6.9-7.3 (9.00)x 5.1-6.1 (7.00) obovoidi, con placca soprailare talvolta appena percettibile per una tenue ombreggiatura grigiastra, ornamentazione fortemente amiloide costituita in massima parte da verruche isolate, basse ad apice ottuso, miste a scarse verruche gemellate, oppure riunite in corte creste a zig zag e raramente a linea spezzata, unite le une alle altre da sottili connessivi di collegamento.

9. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Vedasi Allegato B

10. IMMAGINI DELLA RUSSULA MONSPELIENSIS
Vedasi Allegato C

Testo e foto di (*)
Antonino Mannina
Nota: (*) 
Antonino Mannina è Direttore Scientifico del Gruppo Micologico "Tonino Pocorobba" di Trapani


Allegato A

DIDASCALIE DELLA TAVOLA RELATIVA ALLA MICROSCOPIA E AGLI ASPETTI PIGMENTARI DELLA CUTICOLA
I disegni degli elementi micromorfologici non sono stati eseguiti in scala, ma rispettano comunque i rapporti dimensionali altezza/larghezza): A particolare del capillizio con pigmento negli articoli terminali; A' particolare del capillizio; B alcune tipologie di pileocistidi; C basidio e pleurocistidi; D spore


Allegato B
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Brotzu R. (1993):
Guida ai Funghi della Sardegna Volume 2°- EDITRICE ARCHIVIO FOTOGRAFICO SARDO - NUORO –
Donelli G. (2003):
Il Genere Russula, sottosezione Griseinae: descrizione e delimitazione delle specie nel Gruppo di Russula galochroa –BGMB Set .- Dic. 2003 Atti del X Seminario su Russulales e Boletales
Galli R. (1996): 
Le Russule -Atlante pratico monografico per la determinazione delle Russule
- EDINATURA -
Reumaux P. , Bidaud A., Moenne-Loccoz P. (1996):
Russules raraes ou meconnues - EDITIONS FEDERATION MYCOLOGIQUE DAUPHINE’- SAVOIE -
Romagnesi H. (1996): 
Les Russules d’Europe et d’Afrique du Nord (ristampa) - A.R.G. GANTNER VERLAGK - VADUZ -
Sarnari M. (1998):
Monografia illustrata del genere Russula in Europa, tomo I° AMB FONDAZIONE CENTRO STUDI MICOLOGI

Allegato C
IMMAGINI DELLA RUSSULA MONSPELIENSIS





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